Un incontro “molto franco e molto cordiale”, ma le distanze tra il Partito Democratico e Italia Viva restano. Il faccia a faccia di questa mattina tra Enrico Letta e Matteo Renzi non è riuscito a ricucire lo strappo nato dalla caduta del governo giallorosso. Ma se, lato dem, le bocche restano cucite, il leader di Iv non perde tempo per ribadire il suo veto all’alleanza tra M5s e centrosinistra.
“Il Pd ha detto che l’incontro con Letta è stato franco e cordiale, io dico molto franco e molto cordiale. Sono d’accordo”, commenta Renzi a ‘L’Aria che tira’ su La7. “Ci siamo rivisti dopo tanti anni, abbiamo affrontato le questioni. Letta sta cercando di fare un lavoro molto serio nel PD, gli faccio sinceramente auguri di buon lavoro. Ha un disegno complicato e difficile, non è impresa facile, lo sa chi c’è passato prima di lui”.
“Col Pd abbiamo un’opinione diversa sul M5S – ribadisce il leader di Iv – era noto ed è stato confermato dall’incontro di oggi. Se immagino un posizionamento politico da qui al 2023 dico che non voglio stare nè con la destra di Meloni e Salvini, nè con la sinistra grillina e populista. Letta dice che non vuole un PD subalterno al M5S, ma bisogna capire cosa vuol dire fare un accordo col M5S”. Renzi si dice comunque “contento che il PD abbiamo cambiato posizione, prima diceva ‘Conte o morte’. Oggi con Letta, onore a lui, sostiene il governo Draghi”.
“Il M5S cambiato? No – risponde Renzi – penso solo che siano molto divisi, più di noi o del PD. Facciano quello che credono, sono nati da un Vaffa day e ora dicono di fare i gentili, volevano i due mandati e ora si scannano per il terzo, volevano uscire dall’euro e adesso sono europeisti, non volevano le olimpiadi e ora chiedono i grandi eventi. Letta dice che vuole fare un’alleanza strategica con loro, noi no“.
Anche sulle amministrative, Pd e Italia Viva sembrano pronti a percorrere strade diverse: “A Torino, Milano, Bologna, Roma, Napoli e nel collegio di Siena per le suppletive alla Camera il M5s celebra un fallimento. Secondo me quell’esperienza non è replicabile, quindi fossi nel Pd non farei l’accordo con i 5 stelle. Tra Carlo Calenda che è preparato, competente e ha voglia di governare Roma e Virginia Raggi io voto per lui a occhi chiusi”.