Chiara Gesualdo ed Eleonora Rebiscini, entrambe classe 1992, sono due giovani storiche dell’arte, unite, oltre che dalla passione per l’arte, da un obiettivo ben preciso: rendere l’Arte accessibile a tutti, anche e soprattutto ai Millenians. Il loro primo progetto per riuscire a fare ciò si chiama OnStream Gallery ed è online dal 1 luglio. Si tratta di uno spazio digitale innovativo: non solo un sito di e-commerce, né semplicemente una galleria virtuale, ma entrambe queste cose, nonché una vetrina per gli artisti che vi espongono il proprio lavoro.
Su OnStream Gallery gli utenti possono infatti osservare le opere degli artisti presenti nella Gallery, ma anche acquistarle o semplicemente noleggiarle. Un’idea brillante che mira a fare luce in un Mercato dell’Arte oggi ormai “opaco e impenetrabile – si legge sul sito – per la maggior parte delle persone”: Chiara ed Eleonora ci hanno raccontato meglio com’è nato questo progetto e qual è la loro idea di Arte oggi.
Com’è nata l’idea alla base di OnStream Gallery?
L’idea nasce dalla nostra voglia di portare l’Arte alla portata di tutti. Ci è capitato spesso, nel corso delle nostre esperienze professionali, di sentirci dire che le Gallerie d’Arte fossero appannaggio di pochi e che l’Arte Contemporanea non si capisce, motivo per cui molte persone non provano neppure ad approcciarla. Noi che l’abbiamo studiata e che abbiamo avuto modo di vedere da vicino anche le reazioni delle persone quando gliela “spieghi” (ma anche spiegare è il verbo sbagliato, perché crediamo molto nella contaminazione), avevamo voglia di metterci in gioco per portare l’Arte a casa dei Millennials. Il web, l’e-commerce, i social sono solo strumenti per farlo, non sono il fine. Se noi Millennials oggi siamo abituati a vivere la cultura anche in questo modo, abbiamo pensato che Onstream Gallery potesse arrivare a quelle persone che magari non studiano arte o non hanno delle storie di collezionismo in famiglia. O anche a coloro che non hanno il portafoglio adatto (stiamo ampliando la nostra scuderia di artisti, cercando di adattarla a tutte le possibilità).
In cosa il vostro progetto è diverso rispetto alle virtual exhibition realizzate dai musei e dalle gallerie?
Il nostro progetto ha di originale il fatto di essere stato concepito principalmente online. Noi non stiamo semplicemente trasportando sul web il programma online di una galleria fisica. Il sito web è la nostra galleria fisica. Per questo motivo, lo scopo delle online exhibition è duplice: da un lato, regalare ai visitatori un’esperienza che li arricchisca culturalmente introducendoli al lavoro e/o a quell’artista specifico, dall’altro curare e concepire il web come se fosse uno spazio espositivo a tutti gli effetti. Il web è un mondo senza confini e a noi piace sperimentare. Anche l’attività svolta parallelamente sui i social media attraverso la creazione e condivisione di contenuti ad hoc, sarà fondamentale nell’introdurre il lavoro di artisti emergenti e instaurare quel dialogo tra artista e audience che è alla base di ogni relazione.
Provenite da due percorsi professionali in parte diversi (anche in due paesi diversi). Qual è il valore aggiunto che rispettivamente i vostri percorsi di vita e di formazione hanno dato a questo progetto?
Ormai lavoriamo insieme da molto tempo e ci siamo rese conto che ognuna va a completare le mancanze dell’altra, ovvero, ognuna fa bene all’altra nel rispettivo ambito. Per quanto riguarda me – Chiara –, i miei studi e il mio lavoro nel Regno Unito mi hanno permesso di abbracciare una cultura manageriale dell’Arte che qui manca. Il mio rapporto con gli artisti va al di là del semplice scouting, ma cerco di intravedere quella scintilla che permette di dire che sì, quel determinato artista va bene in Galleria. Per quanto riguarda invece me – Eleonora –, la mia esperienza nel Digital Marketing inizialmente era molto lontana dal settore culturale (ho lavorato nell’e-commerce di famiglia per molto tempo), ma successivamente sono riuscita a portarla in questo ambito. Quello che forse mi ha più formata è l’aver mantenuto i piedi in entrambe le staffe, da una parte gli studi storico artistici e dall’altra il pallino del Digital Marketing, che mi ha sempre accompagnata, anche negli anni universitari.
Quanto sono importanti i social nel vostro lavoro? Possono essere un valido strumento per ridare vita al mercato dell’arte?
Questo è un argomento molto caldo che ogni giorno infervora gli animi del settore culturale. Noi crediamo che i social debbano essere visti come quello che sono: dei mezzi fantastici di divulgazione. Noi vogliamo usarli per portare l’Arte a casa dei Millennials, non siamo interessate ai numeri fini a sé stessi. Detto questo, non crediamo che il Mercato dell’Arte non abbia vita. Potrebbe andare molto meglio grazie ai social, ma comunque i numeri negli anni passati non sono andati male. Semplicemente è un settore che lavora su mezzi di comunicazione differenti, efficaci. La frizione sta nel momento in cui non si tiene conto del passaggio generazionale. Adesso i Millennials sono i nuovi collezionisti, e bisogna adattarsi alle loro esigenze.
Siete entrambi molto giovani, inoltre la vostra è una realtà completamente al femminile. In Italia, secondo voi c’è spazio per i giovani che sognano di lavorare nell’arte?
‘Costanza e determinazione.’ Assolutamente sì, c’è spazio per coloro che hanno voglia di fare anche reinventandosi. C’è spazio per coloro che hanno costanza e determinazione. Oggi, molto più di vent’anni fa, siamo in grado di costruire qualcosa da noi senza bisogno di ingenti risorse economiche o dei famosi “contatti”. Noi siamo per provarci sempre e comunque e raccogliere solo dopo i frutti del tuo lavoro. Insomma, siamo per godersi il viaggio, non la meta, e noi siamo solo all’inizio del nostro viaggio