Arriva il Recovery plan italiano. Nella bozza discussa a Palazzo Chigi nella riunione di questa mattina tra il premier Mario Draghi e i ministri sono state confermate le cifre del Pnrr: 221,5 miliardi, di cui 191,5 riferibili ai fondi Ue e 30 miliardi di fondo complementare a carico dello Stato. Il piano verrà inviato a Bruxelles il 30 aprile.
Confermate anche le 6 missioni. A digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura spettano 42,5 miliardi. A rivoluzione verde e transizione ecologica 57 miliardi; infrastrutture per la mobilità sostenibile 25,3 miliardi; istruzione e ricerca 31,9 mld; inclusione e coesione 19,1 mld. Cala la dote per la salute a 15,6 miliardi di euro. Nelle tabelle esaminate durante il vertice, alla vigilia del Cdm di domani, emerge che nel 2026 il pil sarà di 3 punti percentuali più alto grazie alla spinta del Pnrr. La crescita media tra il 2022 e il 2026 sarà di 1,4 punti più alta rispetto al periodo 2015-2019.
Le sei missioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza saranno accompagnate dalla riforma della giustizia e della Pubblica amministrazione. La prima agisce attraverso la digitalizzazione e la riorganizzazione. Previste assunzioni mirate per eliminare il carico di arretrati e casi pendenti. E poi semplificazioni e aumento del ricorso a procedure di mediazione.
Per quanto riguarda la pubblica amministrazione “le sfide” sono il ricambio generazionale, le competenze del capitale umano e, ancora, la digitalizzazione. Tra gli altri obiettivi la banda ultralarga, il rilancio del turismo, investimenti sull’idrogeno e per incrementare l’efficienza energetica degli edifici pubblici e privati, nuove regole per la produzione di rinnovabili. Modernizzazione dell’alta velocità e delle ferrovie regionali, potenziamento dell’offerta degli asili nido. Nella bozza viene infine citato “un intervento sul contratto di programma per le ferrovie”.
– Agenzia DiRE –