Le tensioni in varie piazze d’Italia riaccendono lo scontro del governo. Il centrodestra rilancia la linea ‘aperturista’, con il sottosegretario leghista Claudio Durigon che chiede di modificare l’ultimo decreto del governo che esclude zone gialle per tutto aprile. Una posizione però bocciata dal ministro del Lavoro, il dem Andrea Orlando: per il centrosinistra, infatti, parlare di riaperture vuol dire “alimentare aspettative che non si realizzano”, mentre l’unica soluzione per la crisi può essere trovata attraverso l’accelerazione della campagna vaccinale e un nuovo decreto ristori.
Durigon: “Chiediamo riaperture compatibili con i dati, Dl va corretto”
“Qualsiasi episodio che va oltre la protesta civile deve essere condannato, ma allo stesso tempo deve farci aprire gli occhi per capire il disagio che stanno vivendo certe categorie come i ristoratori. E per capire come possiamo aiutarli”. Lo dice Claudio Durigon, della Lega, Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, intervistato nel corso del programma Gli Inascoltabili in onda su Nsl radio.
“Noi della Lega ci stiamo battendo non per le riaperture così a caso, ma per delle riaperture con i dati che ce lo possono permettere. Purtroppo l’ultimo decreto prevede zone arancioni e rosse indipendentemente da quelli che possono essere i valori espressi dalla scienza, su questo chiediamo un ravvedimento: se i dati ci danno delle possibilità, bisogna dare delle opportunità a queste persone che stanno soffrendo”, aggiunge Durigon.
Bernini: “Ascoltare sos nuovi poveri in piazza”
“Ieri in tante piazze italiane non sono scesi pericolosi gruppi di facinorosi, escluse ovviamente le piccole frange infiltrate di professionisti del disordine: c’erano i nuovi poveri, commercianti, artigiani, ristoratori, ambulanti piegati dai lockdown e che non ce la fanno più. Ecco: noi dobbiamo trovare un faticosissimo equilibrio tra le terapie intensive purtroppo ancora piene e le proteste di coloro che ormai vivono sulla soglia della povertà, e dopo un anno di pandemia sono ormai dieci milioni, un’enormità. Il loro è un grido di dolore che non può essere ignorato“. Così la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini durante la conferenza stampa per presentare gli emendamenti al decreto Sostegni.
“Abbiamo di fronte tre emergenze: vaccini, sostegni e riaperture. I 32 miliardi del decreto Sostegni – spiega Bernini- erano stati autorizzati dal Parlamento a dicembre per coprire le chiusure a cavallo delle feste di Natale, ma ora sono diventati drammaticamente insufficienti perché nel frattempo è arrivata la terza ondata di Covid, e bisogna cambiare rapidamente passo negli aiuti alle imprese. Dei 180 miliardi di euro stanziati in totale tra scostamenti e legge di Bilancio, alle imprese è stato destinato solo il 25%, mentre nello stesso periodo la Germania ha ristorato il sistema imprenditoriale con quasi il 60% degli oltre 300 miliardi stanziati. E’ vero che in Italia esiste il capitolo cassa integrazione, ma le imprese più grandi l’hanno pagata di tasca propria. Le proposte di Forza Italia vanno tutte nella direzione di colmare il gap che oggi esiste tra le esigenze del mondo produttivo e la capacità di risposta della politica. E’ un impegno che dobbiamo onorare a tutti i costi”, termina la presidente dei senatori FI.
De Petris (LeU): “C’è chi soffia su scontento ma disagio è reale”
“Nelle situazioni di crisi e tensione sociale c’è sempre chi soffia sul fuoco dello scontento e cerca di sfruttare il disagio per i suoi scopi, ciò non significa però che quel disagio non sia reale, diffuso e giustificato”. Lo afferma la capogruppo di Leu al Senato, Loredana De Petris.
“Le proteste dei giorni scorsi non possono essere interpretate solo come opera di alcuni provocatori. Ci sono intere categorie messe in ginocchio dalla crisi. C’è una situazione del lavoro che, nonostante il blocco dei licenziamenti, conta quasi un milione di disoccupati in più rispetto l’anno scorso. Ci sono centinaia di migliaia di giovani e precari che non ce la fanno più. Il Governo- continua De Petris- deve intervenire con drasticità e tempestività. Il nuovo Dl sostegni non può essere discusso per settimane, deve essere varato subito dopo il prossimo scostamento di bilancio e deve garantire sostegni effettivi per tutti e intervenire sulle spese fisse di aziende e esercenti che in questa condizione non possono pagare gli affitti senza credito di imposta, altrimenti saranno costretti a chiudere”, conclude la senatrice.
Orlando: “C’è disagio, procedere rapidamente con i ristori”.
“Fino a qui gli interventi hanno contenuto un disagio che è fortissimo e di cui ci rendiamo conto e ciò che è successo ieri mi fa capire che dobbiamo procedere rapidamente ad interventi di ristori. Il problema è che, in quel disagio, si inserisce anche chi cerca di strumentalizzare la situazione, c’è bisogno di intervenire anche per evitare che questo produca guai più grossi alla tenuta democratica”. Così il ministro del Lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando a RTL 102.5.
“La ripartenza troverà una condizione economica che non sarà quella di un equilibrio adeguato rispetto all’andamento delle imprese e quindi credo che una situazione di supporto alle imprese sarà ancora necessaria a tutte le attività, soprattutto a quelle legate alla socialità, al tempo libero, a quelle che vedono più persone stare insieme e quindi correre rischi più forti di contagio. La cosa importante però è procedere il più rapidamente possibile con la vaccinazione, quella è l’unica vera strada, tutti gli altri discorsi della riapertura in sicurezza scontano sempre un margine di rischio molto grande, la vera sicurezza che ci permette di parlare di normalità, passa attraverso l’accelerazione della vaccinazione”. Cosi’ il ministro del Lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando a RTL 102.5, osservando come sia “sbagliato deprimere le persone, ma anche alimentare aspettative che poi non si realizzano, penso che adesso dobbiamo vedere i primi impatti della vaccinazione e quanto può incidere effettivamente sulla mortalità. Credo poi che sia giusto fare delle valutazioni ad ogni step e capire quali sono gli adeguamenti che si possono fare. Dividersi tra chi vuole aprire e chi vuole tenere chiuso mi sembra un esercizio abbastanza stupido, lavoriamo tutti quanti perché da qui a qualche settimana la vaccinazione abbia raggiunto gli obiettivi più ambiziosi possibili”, conclude.
– Agenzia DiRE –