Un Paese frammentato, con profonde diseguaglianze non solo tra donne, bambini e bambine da un lato e uomini dall’altro, ma anche tra le stesse Regioni. È la fotografia che emerge da “Mai più invisibili. Indice 2020 sulla condizione di donne, bambini e bambine in Italia”, indagine realizzata da WeWorld, organizzazione italiana che da 50 anni difende i diritti di donne e bambini in 29 Paesi del Mondo, compresa l’Italia, per misurare l’inclusione di donne e popolazione under 18, monitorandola attraverso 38 indicatori per rilevare molteplici aspetti (economico ma anche educativo, sanitario, culturale, politico, civile) e considerando l’intreccio tra le condizioni di vita degli uni e delle altre.
Il rapporto – si legge nella nota – rileva come alla ormai nota suddivisione tra Nord e Sud del Paese se ne sia aggiunta una seconda: tra Nord e Centro-Ovest da una parte, Centro-Est e Sud dall’altra. Donne e bambini/e vivono in condizioni di buona e sufficiente inclusione nei territori posti a Nord e nel Centro-Ovest, mentre sono in condizione di grave esclusione o di insufficiente inclusione al Sud, nelle isole e nella parte centro orientale del Paese.
La classifica finale vede al primo posto il Trentino -Alto Adige (valore Index pari a 4,8), seguito da Lombardia (3,4), Valle d’Aosta (3,4), Emilia-Romagna (3), Lazio e Friuli Venezia-Giulia (2,1), Veneto (1,9), Toscana (1,6), Liguria (1,5), Piemonte (1), Marche (0). Nella parte bassa della classifica (Index in negativo) le Regioni del Centro-est e Sud Italia: gli ultimi posti sono occupati da Sardegna (-2,6), Puglia (-3,5), Campania (-3,9), Sicilia (-4,3). Fanalino di coda è la Calabria (-4,5). Donne e bambini residenti in Calabria vivono uno svantaggio doppio rispetto a donne e bambini del Trentino- Alto Adige, con un divario di ben 9,3 punti tra le due Regioni.
I divari tra territori – spiega WeWorld – sono particolarmente marcati nella dimensione educativa per i bambini e le bambine, con picchi di dispersione scolastica che sfiorano il 20% in alcune Regioni del Sud (contro il 10,6% della media europea) e in quella economica per le donne: in Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna circa 2 donne su 10 sono a rischio povertà ed esclusione sociale, mentre in Sicilia lo è 1 donna su 2.
“Si conferma la difficoltà del nostro Paese a garantire i diritti di donne e bambini e bambine, soprattutto in alcune Regioni. Dal 2015 ad oggi l’Italia sta avendo un declino costante che è stato determinato in particolare dall’erosione della dimensione educativa riguardante i bambini/e, e dalla scarsa partecipazione alla vita economica e politica da parte delle donne” ha commentato Marco Chiesara, Presidente di WeWorld.
“La povertà femminile – aggiunge – incide sull’inclusione dei bambini/e sotto molteplici aspetti, in primis quello educativo. Povertà economica (ma non solo) delle donne e povertà educativa dei bambini/e sono intrecciate e si alimentano a vicenda, in un circolo vizioso che può essere spezzato solo con politiche e interventi ad hoc, che tengano conto anche delle specificità territoriali. Favorire l’accesso all’educazione, al lavoro, alla salute a tutti e tutte è essenziale per ridurre le diseguaglianze e fare in modo che tutti e tutte possano disporre delle stesse risorse, almeno in partenza”.
“Abbiamo deciso di rafforzare la collaborazione con WeWorld e di finanziare la pubblicazione del rapporto “Mai più invisibili” perché da subito abbiamo colto l’importanza di uno strumento di rendicontazione e monitoraggio del grado di inclusione di donne e bambini nel nostro paese – dice Adriano Turrini, Presidente di Coop Alleanza 3.0 – . Il rapporto e i dati presentati identificano le povertà educative, l’abbandono scolastico, l’occupazione femminile, la povertà e l’esclusione sociale presenti nel nostro paese su base regionale, su cui pubblico e privato sono chiamati ad agire in termini di politiche ed azioni concrete. Per Coop Alleanza 3.0 si tratta di temi che sono parte della nostra stessa missione, richiamati anche negli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, su cui la cooperativa ha preso una serie di impegni concreti attraverso le azioni definite nel nostro nuovo Piano di Sostenibilità”.