“Non c’è più tempo. Ci state spegnendo. Il settore dei matrimoni è l’unico fermo da più di un anno e ha bisogno di riposte, ADESSO”. È l’appello disperato di un settore ridotto allo stremo che, dopo un anno di fermo totale a causa della pandemia, ha deciso di scendere in campo attraverso una campagna social nazionale partita lo scorso venerdì e ideata dalla wedding planner Elisa Mocci assieme alle colleghe Lucia Boriosi e Manuela Speroni per lanciare un messaggio forte e chiaro che arrivi diretto e porti quelle risposte per cui non si può più aspettare. L’obiettivo di queste tre event planner di talento – come spiegano nell’intervista – è quello di far sentire la voce e accendere i riflettori su un’intera filiera ormai dimenticata affinché governo ed istituzioni diano delle risposte tempestive che permettano al settore di programmare la stagione 2021.
Qualche giorno fa dai social è partita la campagna #SaveTheWeddingIndustry che ha riscosso un importante successo tra i professionisti impiegati in questo settore. Qual è il messaggio che intendete lanciare attraverso la vostra iniziativa e a chi vi rivolgete? #SaveTheWeddingIndustry è stata un’enorme onda di coraggio, solidarietà e voglia di farsi sentire uniti dopo un anno di silenzio da parte del Governo che ha travolto la Wedding Industry. La Campagna, partita da un provocatorio quanto realistico “ci stiamo spegnendo”, voleva puntare il faro su quanto siamo stati abbandonati e sul fatto che il nostro settore – che vive di programmazione – non possa aspettare di settimana in settimana di sapere se sarà ancora vietato celebrare i matrimoni così come li conosciamo.
Centinaia di migliaia di sposi, oltre che centinaia di migliaia di Aziende, aspettano fiduciosi ogni nuovo DPCM sperando di venire considerati. Volevamo parlare anche con la loro voce, e tantissimi si sono uniti a noi.
Il nostro è un messaggio trasversale che deve arrivare a quante più persone possibili, ai Media e al Governo, per sensibilizzare sull’urgenza del tema. Abbiamo aspettato, fiduciosi, per più di un anno, ma allo stato attuale si mettono a rischio Aziende, posti di lavoro, famiglie. Alcuni purtroppo hanno già hanno dovuto chiudere: e in questo momento ogni settimana è preziosa per evitare che il settore subisca nuovi danni.
La filiera dei matrimoni è uno dei settori più pesantemente colpiti dalle conseguenze dell’emergenza pandemica con una perdita che supera l’80% del fatturato medio. A fronte delle pesanti ricadute economiche ed occupazionali, quali aiuti avete ricevuto fino ad ora dal Governo? Sono stati sufficienti quanto meno per tamponare il necessario? Il settore degli eventi e matrimoni è letteralmente fermo da un anno. A giugno del 2020 il Governo ha riaperto ai matrimoni ma ormai era troppo tardi: la quasi totalità delle coppie aveva già posticipato il loro evento sull’onda dell’incertezza e della paura. Le aziende e i professionisti del nostro settore hanno visto un crollo totale del fatturato e ristori ridicoli se proporzionati all’entità delle perdite.
Dopo poco e sempre dall’oggi al domani, i matrimoni hanno visto di nuovo un arresto totale. In molti hanno dovuto rinunciare a progetti di crescita, sacrificare dipendenti e addirittura lavorare il doppio per andare incontro ai clienti e cercare di portare avanti un lavoro costruito in anni di sacrificio e impegno.
Inoltre, per il nostro settore, i pochi ristori che sono stati previsti sono stati calcolati nello stesso modo di esercizi come ristoranti o negozi, ma nel nostro caso le entrate sono differenti e spesso concentrate in alcuni periodi dell’anno: i criteri non hanno permesso a molti, nonostante ne avessero pieno diritto, di rientrare nei requisiti e questo è stato il danno oltre la beffa.
La vostra campagna si è conclusa domenica scorsa con un appello che possiamo sintetizzare in uno slogan: “Ora è il tempo delle risposte”. Cosa chiedete alle istituzioni? Chiediamo esattamente questo: risposte. Il nostro settore vive di programmazione e non possiamo permetterci di rivivere la situazione che abbiamo affrontato nel 2020. I matrimoni di Marzo e Aprile sono già stati posticipati ad estate inoltrata se non addirittura al prossimo anno o peggio annullati, questo fa capire quanto sia urgente la necessità di un programma di riaperture chiaro, basato su previsioni realistiche, che ci permetta di lavorare nel presente e vivere gli eventi in sicurezza nel prossimo futuro. Non possiamo continuare ad improvvisare, nel rispetto dei lavoratori e dei nostri clienti.
Chiediamo risposte immediate e ove necessario supporto economico concreto ad aziende, ai singoli professionisti e alle loro famiglie, per continuare a far vivere professionalità e competenze preziose per il nostro paese. Un futuro senza prospettive è ingiusto e calpesta la dignità di lavoratori che hanno il diritto di essere considerati al pari di tutte le altre categorie.
Quali sono le vostre proposte per far ripartire i matrimoni? Come si potrebbe procedere in termini organizzativi al fine di rilanciare il settore in sicurezza? Le proposte e i protocolli dettagliati sono già all’attenzione del Governo, presentati da svariate Associazioni e Federazioni di Categoria. In termini organizzativi noi poniamo l’attenzione sul fatto che, come tante altre attività che sono già ripartite, i matrimoni possano essere gestiti e monitorati: un esempio pratico è il fatto che il Wedding Planner, o la Location stessa, hanno una lista dettagliata degli ospiti, ed è esso stesso il miglior tracciamento possibile.
Avete altre iniziative in programma per far sentire la vostra voce? Abbiamo impiegato ogni energia per far sì che questa campagna di sensibilizzazione raggiungesse più persone possibili, così da poter far comprendere la problematica anche al di fuori del nostro ambiente: il nostro settore è visto spesso in maniera frivola, leziosa. Il nostro è il “Business of Joy”. Ma oltre la gioia (degli sposi) c’è il LAVORO di centinaia, migliaia di persone.
Le Associazioni di Categoria stanno lavorando ai tavoli già aperti con il Governo e ora attendiamo con speranza che il prossimo decreto contenga le risposte tanto attese. Valuteremo l’evolversi della situazione senza escludere future iniziative.