Marco Bentivogli, ex leader dei metalmeccanici della Cisl, ha fondato l’associazione “Base Italia”. Con l’obiettivo di esplorare i nuovo orizzonti aperti allo sviluppo delle nuove tecnologie e di creare una rete di “riformisti e progressiste” capace di offrire “buone idee” alla politica, la neonata Associazione raccoglie già l’adesione di importanti personaggi di spicco nonché intellettuali, economisti, giuristi, accademici, personalità del sociale e della cultura. Tra i primi aderenti infatti figurano gli economisti Carlo Cottarelli e Leonardo Becchetti, il filosofo Luciano Floridi, Sandro Trento, docente di Economia presso l’Università degli Studi di Trento, Mauro Magatti, sociologo dell’università Cattolica di Milano oltre che giuristi come Valentina Canalini (consulente di Paolo Gentiloni), esperti di intelligenza artificiale e nuove tecnologie e persino uomini di chiesa come il gesuita Padre Francesco Occhetta . Potrebbe essere questo, quindi, un primo passo verso un debutto politico dell’ex sindacalista? Questa ipotesi al momento sembra esclusa mentre, invece, pare che alla base dell’Associazione ci sia il tentativo di unire il centrosinistra riformista che va da Carlo Calenda a Matteo Renzi e a Emma Bonino con i rispettivi partiti politici.
Ma qual è l’idea di fondo di questo progetto? Anzitutto, l’Associazione persegue finalità culturali attraverso la promozione e la realizzazione di iniziative di studio e di ricerca in materie economiche, giuridiche, sociali e ambientali a livello nazionale, in materia di lavoro, assistenza, sicurezza, salute, istruzione e formazione, finanza ed economia, al fine di sviluppare e promuovere le varie potenzialità del Paese con l’intento di sviluppare connessioni in una logica di squadra e di sistema. “Perché l’Italia – si legge nel manifesto fondativo dell’Associazione – deve tornare a crescere. La crisi che il nostro paese sta attraversando non è solo economica: è anche civile, sociale e morale. La stagnazione della produttività, che le statistiche ben documentano, va di pari passo con un declino più generale del paese, che vediamo nella demografia, nel capitale umano e sociale, nella qualità delle classi dirigenti”. Ecco perché, “la risposta a questa tendenza al regresso – prosegue il manifesto – deve nascere nella società e dall’opinione pubblica attraverso un lavoro culturale, nel senso più alto e ampio del termine.
“La crisi italiana non nasce con la recessione del 2008: risale a molto prima. È almeno dagli anni Settanta che la classe dirigente italiana ha abdicato al suo ruolo di modernizzazione del paese. Di fronte ai grandi mutamenti imposti dalla globalizzazione e dal cambiamento tecnologico, – prosegue il manifesto – anziché investire in formazione e innovazione il Paese ha cercato di resistere al cambiamento, finanziando a debito la sua crescita. Il risultato è quello che vediamo oggi: una nazione che, accanto a molte eccellenze imprenditoriali e sociali, è vittima di una diffusa arretratezza in molti ambiti: nell’economia, nell’organizzazione dello Stato, nel mercato del lavoro, nei diritti civili e nella fatica che la nostra società sembra fare nel riconoscere che il pluralismo e l’apertura sono valori e non minacce”.
L’obiettivo di ‘Base’ “è dunque quello di aiutare la comprensione di queste dinamiche di lungo termine, promuovere la riflessione sulle cause e la ricerca di soluzioni, e favorire l’incontro e l’aggregazione di diversi mondi da cui può nascere una leadership diffusa. Abbiamo bisogno della miglior classe dirigente in grado di esprimere e rappresentare le esigenze della società e di prendere decisioni facendosi carico della complessità, solo così si potranno affrontare le patologie del Paese e le terapie individuate potranno essere accolte e condivise diventando patrimonio comune del Paese. ‘Base’ vuole quindi essere, anzitutto, un luogo di incontro tra persone provenienti da mondi diversi che – nel nostro paese faticano ad integrarsi, a dialogare. ‘Base’ vuole anche essere il catalizzatore per un progetto che sappia guardare oltre al breve termine e si interroghi sul bene del paese nel lungo periodo. Occorre costruire un rapporto sistematico e articolato con le forze sociali, i corpi intermedi, e tutte le organizzazioni portatrici di valori e di significato sociale. Bisogna altresì cercare tutto ciò che unisce il paese, anziché dividerlo – ecco perché – ‘Base’ è fondata sulla convinzione che la riscossa civile del paese passi necessariamente per la ricostruzione dei legami sociali e la riorganizzazione degli spazi di comunità. Ogni progetto umano deve guardare lontano con pensieri impegnativi, lunghi e ricostruire spazi di protagonismo in cui le persone si sentano utili, coinvolte nel cambiamento. Non esiste crescita economica e civile senza un radicamento umano e sociale. Non esiste una casa comune senza una solida ‘Base’.