La notizia arriva da un’intervista rilasciata al giornalista Luca De Carolis per Il Fatto Quotidiano: Massimo Bugani, consigliere comunale del M5s a Bologna, nonché socio della piattaforma Rousseau, si è dimesso dalla segreteria e da tutti gli altri incarichi ricoperti per i 5 Stelle. All’origine della drastica decisione sembrerebbe esserci una rottura ideologica rispetto alle scelte più recenti compiute dalla leadership del movimento.
L’inizio delle tensioni. “È iniziato tutto dopo la mia intervista al Fatto del 19 giugno, in cui auspicavo unità nel Movimento e sostenevo che Di Maio e Di Battista non sono alternativi ma complementari” racconta Bugani nella già citata intervista a Il Fatto Quotidiano spiegando gli antefatti della sua decisione. Una scelta, quella dell’ormai ex vice-caposegreteria del Movimento 5 Stelle, “totalmente autonoma”, sulla quale però hanno pesato alcune recenti azioni del partito. Dopo l’intervista del 19 infatti l’esponente pentastellato non solo è stato invitato a non rilasciare più interviste, ma attraverso un provvedimento si è visto anche dimezzare il proprio stipendio da vice-caposegreteria. Provvedimenti immotivati per Bugani, che ha infatti aggiunto: “io non volevo certo mettere in difficoltà Luigi. Ritenevo doveroso richiamare alla compattezza in un momento difficile”.
La rottura definitiva si è verificata però solo dopo il 22 luglio, quando il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli e il sottosegretario Michele Dell’Orco hanno ufficializzato il sì alla costruzione del passante di Bologna, rispetto alla quale i 5 Stelle a Bologna si sono sempre detti contrari. La risposta del socio di Rousseau non si è fatta di certo attendere. “È un errore grave, una palata di m… per noi” aveva commentato Bugani, chiedendo la cacciata dal partito dello stesso Dell’Orco. Una risposta netta che ha finito di incrinare i rapporti con il vicepremier pentastellato, ma di cui il consigliere comunale non si è mai pentito: “Lo ridirei mille volte, ho dato 14 anni di vita al Movimento e alle sue battaglie per la tutela dell’ambiente, contro opere inutili e costose come l’allargamento di un’autostrada” ha infatti affermato Bugani durante la sua intervista a De Carolis.
Tempi duri per un 5 Stelle verace. Amico storico di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, Bugati ha così riassunto le dinamiche che hanno portato alle sue dimissioni: “Il suo – riferendosi a Di Maio – caposegreteria Dario De Falco, persona per bene, mi ha invitato a dimettermi e io ho replicato che Luigi poteva rimuovermi. Poche ore dopo mi hanno mandato un provvedimento con cui riducono il mio stipendio da 3800 a 1600 euro. Io non sono aggrappato ai contratti, e allora ritengo doveroso dare le dimissioni.” Dimissioni che però non hanno riguardato la carica di consigliere comunale, né tanto meno il ruolo svolto nel direttivo della piattaforma Rousseau, a proposito del quale Bugani ha specificato: “Se dovessi rendermi conto che la mia permanenza nell’associazione Rousseau può diventare un problema per Davide Casaleggio, non avrò problemi a farmi da parte”.
I rapporti tra Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista non sembrerebbero dunque dei migliori, almeno da quanto emerge dalle reazioni diametralmente opposte dei due. Da una parte infatti Bugani ha ammesso a Il Fatto Quotidiano di non aver avuto di recente contatti con Di Maio. Dall’altra non può saltare all’occhio quel “sei un grande” con cui Di Battista ha commentato su facebook quello che sembrerebbe essere l’addio dell’amico alla segreteria del partito. Nel post incriminato Bugani, citando il film “Quella maledetta domenica”, scrive: “…e in ogni scontro è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro. E io so che se potrò avere un’esistenza appagante sarà perché sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro.” Un centimetro in cui però non si può non leggere la distanza ormai chilometrica che divide lo storico esponente pentastellato dal leader del suo partito.