Il programma di governo è stato reso pubblico in occasione del voto sulla piattaforma pentastellata Russeau riguardo l’intesa tra PD e Movimento 5 Stelle. Approfondito, successivamente, la priorità che sembra emergere è quella di neutralizzare l’aumento dell’IVA attuando manovre espansive che possano contrastare il periodo di stagnazione senza compromettere la finanza pubblica. Sul tema della sicurezza il Movimento 5 Stelle vorrebbe lasciare i due decreti sicurezza approvati dalla precedente maggioranza il più possibile invariati mentre i partner democratici vorrebbero abolire entrambe le normative o quanto meno accogliere i rilievi del Quirinale per quanto riguarda alcuni aspetti dei decreti.
Economia. L’aumento dell’IVA è sempre più distante, la possibile nomina al portafoglio degli Affari Economici a Paolo Gentiloni è emblematica nella misura in cui uno degli scopi dichiarati di questo governo è quello di ridiscutere politiche economiche dell’Unione e spostare il focus dalla stabilità alla crescita delle economie europee. Si vuole alleggerire il carico fiscale “a totale vantaggio dei lavoratori”, sparisce la flat tax e si prospetta una rimodulazione delle aliquote mentre sul piano commerciale si vuole andare a sostenere l’export individuando un modello di condivisione dei rischi tra lo Stato e le imprese.
Lavoro. Meno tasse, salario minimo e più attenzione nei confronti delle donne sembrano i punti cardine delle misure che ha intenzione di promuovere il governo giallorosso nel programma diffuso che, per quanto articolato, si mantiene piuttosto generico. I giovani e la sicurezza sul lavoro avranno, a quanto pare, un occhio di riguardo nell’ottica di trattenere gli italiani che vanno a cercare fortuna all’estero.
I temi affrontati nei 29 punti del programma di governo sono molti, dal mantenimento dell’alleanza Atlantica al rilancio dell’agricoltura. Più che un programma vero e proprio sembra una dichiarazione di intenti che lascia presagire una “navigazione a vista” fino alla compilazione della finanziaria 2020 per permettere a PD e 5 Stelle di prendersi le misure. In parte sta già succedendo: il dossier Atlantia sembra infatti essere il banco di prova per la tenuta del governo giallorosso che dovrà resistere alle sollecitazioni dovute alla differenza di vedute. Revisione o revoca delle concessioni? Da una visione più radicale dell’ex ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli si passa all’approccio più “soft” della neo ministra De Micheli che vorrebbe ridiscutere gli accordi con la società dei Benetton – forse – anche in un’ottica di collaborazione su Alitalia.
Altro punto da discutere riguarda l’immigrazione, tema caldo e al centro dell’attenzione pubblica, con l’intenzione di una revisione dei trattati di Dublino in sede europea che dovrebbero sistematizzare politiche di spartizioni dei migranti più eque ed efficaci. Il test del nuovo approccio all’immigrazione è la nave Alan Kurdi, ancora in attesa dell’autorizzazione allo sbarco, che sembra però non arrivare. La nuova titolare del Viminale Lamorgese, unico tecnico nel nuovo esecutivo, mantiene una linea ferma che verrà però quasi sicuramente addolcita quando verranno rivisti i decreti sicurezza.