Governatori ancora ‘scettici’ sulle aperture scolastiche. I nuovi dubbi sono stati esternati in occasione del vertice di questa mattina con il Governo e gli enti locali. Una fronda guidata dai rappresentanti di Puglia, Campania e Friuli Venezia Giulia ha chiesto, secondo quanto apprende l’Agenzia Dire, valutazioni da parte del Cts e del Governo sui rischi legati alle aperture scolastiche.
Il governatore del FVG, Massimiliano Fedriga in particolare ha insistito sulla questione legandola alle riaperture “necessarie” e “non riviabili” delle attività. Ai governatori quindi ha risposto la ministra degli Affari regionali, Mariastella Gelmini secondo cui “chiedere la riapertura delle attività di ristorazione e la chiusura delle scuole è una contraddizione”.
Gelmini a Regioni: “Volete metodo diverso ma non ne proponete”
“Io ho un approccio pragmatico ai problemi. Questo governo non vuole usare la logica del cacciavite, ma per cambiare completamente un metodo, il sistema delle fasce, ne serve uno diverso. E al momento mi pare che questo non ci sia, perche’ nessuno ha indicato un metodo alternativo. Quindi l’esecutivo, che e’ nato da poco piu’ di una settimana, interverra’ certamente per modificare cio’ che non ha funzionato, raccogliendo le proposte che avete fatto”. Cosi’, a quanto si apprende, la ministra per gli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini, in chiusura dell’incontro con le Regioni.
Emiliano: “Chiudere scuole fino a vaccinazione docenti”
C’e’ il governatore della Puglia Michele Emiliano tra i governatori capofila nel chiedere un intervento del Governo e del Cts sulle aperture scolastiche. L’ex magistrato, durante la riunione con il Governo di questa mattina avrebbe chiesto, secondo quanto apprende l’agenzia Dire, di tenere chiusi gli istituti “fino alla conclusione della vaccinazione dei docenti”. Il rischio per i governatori, a suo dire, e’ di finire indagati per non aver garantito le condizioni di sicurezza degli insegnanti.
Regioni: da Governo riposte ma accelerare e concordare su scuola
“Prosegue l’interlocuzione con il Governo. A fronte del documento presentato dalle Regioni la scorsa settimana, stamattina sono arrivate alcune prime risposte positive, ma su altri temi occorrono ulteriori riscontri. In particolare, occorre una decisa accelerazione sul piano vaccini, una revisione dei criteri per l’assegnazione delle fasce e una valutazione preventiva sull’impatto delle varianti”. Cosi’ il presidente della Conferenza delle Regioni e della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, al termine del confronto di oggi con i ministri per gli Affari regionali e le autonomie Maria Stella Gelmini e della Salute Roberto Speranza.
“Registro alcuni primi passi avanti. C’e’ la disponibilita’ a far lavorare il gruppo tecnico per la revisione dei criteri e dei parametri che sono alla base della definizione della colorazione delle diverse fasce di rischio. Ma abbiamo chiesto che questo avvenga sin dalle prossime ore e che questi lavori arrivino a conclusione nei prossimi giorni. Il governo si e’ poi impegnato a garantire la comunicazione delle misure all’inizio della settimana e non piu’, come accaduto finora, nel weekend: e’ quanto avevamo richiesto per consentire a cittadini e imprese di conoscere per tempo le misure e organizzarsi. Dunque un fatto positivo. Abbiamo poi apprezzato- spiega il presidente della Conferenza delle Regioni- l’impegno ad una concomitanza piu’ stringente fra provvedimenti restrittivi e l’azione per indennizzi e ristori. Positiva anche l’intenzione manifestata dai ministri Gelmini e Speranza a estendere i ristori anche laddove le restrizioni siano introdotte con ordinanze regionali assunte d’intesa col ministero della salute. Su questo punto, che avevamo posto da tempo, attendiamo pero’ un riscontro positivo anche dal ministero dell’economia”.
“Ma occorre- prosegue il presidente della Conferenza delle Regioni e della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini– un’accelerazione ulteriore. Primo: fare il punto Stato-Regioni sul piano vaccini affinche’ siano recuperati i ritardi dovuti ai tagli nella distribuzione, facendo tutto il possibile anche in ambito europeo e coinvolgendo e responsabilizzando ancor piu’ i medici di medicina generale dopo il recente accordo. Su questo si e’ convenuto di andare ad un tempestivo confronto di aggiornamento con il ministero della salute ed il commissario per l’emergenza. Secondo: lavorare da subito, anche in un’ottica di respiro lungo, per identificare settori ed attivita’ che – al verificarsi di determinate condizioni epidemiologiche e in condizioni di sicurezza – possano riaprire in sicurezza. Terzo: a fronte di una possibile terza ondata, dovuta in particolar modo alla maggiore contagiosita’ delle varianti che sembra colpire in particolare i giovani, abbiamo la necessita’ di avere dati certi e previsioni d’impatto per concordare un’azione congiunta in settori fondamentali per la vita delle famiglie e delle comunita’, come la scuola. Quarto: e’ essenziale- conclude Bonaccini- che il nuovo Dpcm chiarisca meglio il ruolo dei diversi livelli istituzionali in materia di contenimento della pandemia”.
– Agenzia DiRE –