Nel 2019, circa 706400 persone hanno acquisito la cittadinanza di uno Stato membro dell’UE in cui vivevano, rispetto a 672 300 nel 2018 e 700 600 nel 2017. A pubblicare questi dati è stato l’Eurostat che ha tracciato un bilancio sull’acquisizione e la perdita della cittadinanza nei paesi membri dell’Unione Europea.
La maggior parte delle nuove cittadinanze sono state concesse dalla Germania (132mila ovvero il 19% del totale dell’UE) seguita al secondo posto dall’Italia (127mila, il 18%). Poi ci sono Francia (109.800, il16%), Spagna (99mila, il 14%) e Svezia (64.200, il 9%) che rappresentano in tutto il 75% delle nuove cittadinanze concesse nell’Unione Europea nel 2019.
La proposta di Letta per il rilancio dello Ius soli. Come poche volte accade quando si parla di primati, quindi, l’Italia si attesta ai primissimi posti per il numero di cittadinanze concesse proprio il giorno dopo che il neo eletto segretario del Partito democratico aveva auspicato un “rilancio dello ius soli”. “Sarei molto felice – ha detto Enrico Letta – se il governo Draghi, di tutti insieme, senza polemiche, fosse quello in cui dar vita alla normativa sullo ius soli”, ovvero la legge sulla cittadinanza. Un auspicio che non è piaciuto ai partiti del centrodestra, Fratelli d’Italia in testa. “Italiani in ginocchio, famiglie e imprese spaventati ma la priorità di Enrico Letta e del Pd è lo Ius Soli. Poi ci chiedono perché Fratelli d’Italia non governa con questa gente”, scrive Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, su Facebook.
Dello stesso avviso Matteo Salvini che, seppure facente parte delle forze di maggioranza del Governo Draghi, rigetta in toto quella che Letta annovera tra le priorità del ‘nuovo Pd’. “Letta e il PD vogliono rilanciare lo Ius Soli, la cittadinanza facile per gli immigrati? Se il nuovo segretario torna da Parigi e parte così, parte male. Risolviamo i mille problemi che hanno gli italiani e gli stranieri regolari in questo momento, non perdiamo tempo in cavolate”, dice il leader della Lega Matteo Salvini dopo le parole di Letta.
In Italia sopra la media UE anche il tasso di naturalizzazione degli stranieri. Lasciando da parte la discussione sullo Ius soli che sembra animerà la scena politica dei prossimi tempi, tornando ai dati pubblicati dall’Eurostat è evidente come l’Italia risulti sopra la media Ue anche per il tasso di naturalizzazione ovvero il rapporto tra il numero di persone che hanno acquisito la cittadinanza di un paese nell’arco di un anno rispetto al totale di stranieri residenti nello stesso Paese, che si attesta al 2,54% rispetto al 2%. Nel 2019, i tassi di naturalizzazione più elevati sono stati registrati in Svezia (7,0 cittadinanze concesse per 100 stranieri residenti), Romania (4,7) e Portogallo (4,4), seguiti da Finlandia (3,8), Paesi Bassi (3,2), Belgio (2,9) e Italia (2,5%). All’estremità opposta della scala, tassi di naturalizzazione inferiori a 1 acquisizione della cittadinanza ogni 100 stranieri residenti sono stati registrati in Lituania (0,2), Danimarca (0,3), Estonia (0,4), Cechia (0,5), Lettonia (0,6), Austria (0,7) , Bulgaria e Slovacchia (0,8 ciascuna) nonché Malta e Irlanda (0,9 ciascuna).