Sempre più numerosi in Italia gli episodi di pirateria stradale grave. L’Osservatorio Asaps sulla pirateria stradale nel 2019 ha registrato 1.129 episodi di pirateria grave, nei quali delle persone sono morte o hanno riportato lesioni. Rispetto al 2018 quando registrammo 1.005 episodi l’aumento è di 124 fughe +12,3%. I decessi nel corso del 2019 sono stati complessivamente 115, 4 in più rispetto al 2018 quando furono 111 +3,6%.
I feriti – spiega l’Asaps – sono stati 1.335 in aumento del 17,5% rispetto ai 1.136 dell’anno precedente. Nel 53,1% dei casi l’autore è stato identificato, percentuale che sale al 70,2% per le piraterie mortali. Sfugge alla raccolta dei nostri dati l’identificazione che avviene a distanza anche di mesi. Nel 15,1% delle piraterie mortali il pirata identificato a distanza di poco tempo è risultato positivo all’alcol o alla droga o entrambe le tossicità. Nel 16,7% delle fughe dopo l’incidente il pirata identificato è risultato essere straniero. Fra le 115 vittime mortali ben 54 erano pedoni e 16 i ciclisti, rispettivamente 63 e 21 nel 2018. In 175 episodi è rimasto coinvolto un minore, in 86 incidenti il coinvolto aveva meno di 14 anni. In 71 episodi (11,8%) le protagoniste della fuga erano donne.
I dati per regione. La regione in cui si si è registrato il maggior numero di episodi è la Lombardia con 208 episodi, c’è poi la Campania con 120 e il Lazio con 103. Il Veneto con 94, la Sicilia e l’Emilia-Romagna con 90, la Toscana con 72, la Puglia con 65 e il Piemonte con 63. Le Marche con 58 episodi, il Friuli Venezia Giulia con 35, la Liguria 34 e l’Abruzzo 26. Numeri migliori in Sardegna con 19 eventi, Calabria 17, Trentino Alto Adige 14, Umbria 11, Molise 9 e Valle D’Aosta 1. Complessivamente dati in aumento. I dati di questo bieco fenomeno, molto italiano, devono farci riflettere e richiedono una maggiore politica di contrasto.
I motivi della fuga? Più o meno sempre gli stessi, – prosegue l’Asaps – la guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti, la paura di perdere la patente e la sempre più frequente “scopertura assicurativa”. Ricordiamo – emerge ancora dal Rapporto – che chi si dà alla fuga dopo un incidente può vedersi aumentata la pena per Omicidio stradale e lesioni, da un terzo a due terzi e comunque non può essere inferiore a 5 anni o 3 anni.