Gli obiettivi di questo comitato, nato ufficialmente nell’agosto del 2020, sono chiari fin dal nome in cui si sono riconosciuti i suoi fondatori: Reset – Un’impresa per l’Italia. È infatti proprio il reset, la cancellazione totale dell’attuale classe dirigente politica, il fine ultimo che accomuna gli esponenti di questo gruppo. In realtà però, lo spirito che lo anima affonda le proprie origini ben più indietro nel tempo, nella protesta dei “Forconi” del 2013, episodio che portò milioni di italiani per le strade e nelle piazze di tutto il paese. Si definiscono un comitato “costituito, nello spirito della Costituzione della Repubblica ed – si legge sul sito ufficiale – improntato alla non violenza, alla democrazia e alla partecipazione costante degli Aderenti”. Ne abbiamo discusso con Danilo Calvani, rappresentante del comitato.
Reset è nato solo qualche me fa. La coincidenza con l’emergenza Coronavirus è puramente casuale o c’è qualche legame con il clima di malcontento generato dalla gestione governativa dell’emergenza in corso? In realtà, il progetto nasce molto prima, dai tempi della protesta dei “forconi”, che bloccò il paese intero nel 2013. Ecco, io provengo da quegli eventi, ma certamente l’aggravarsi della crisi e il logorarsi, sempre più evidente, della credibilità della nostra classe politica ci hanno dato un’ulteriore spinta. La decisione di formare questo comitato risale infatti allo scorso maggio, da allora ci stiamo muovendo in tutta Italia per raccordare tutte quelle energie già emerse durante gli episodi del 2013, così da creare una mobilitazione nazionale ad oltranza contemporanea in tutta Italia. Chiediamo lo scioglimento e l’azzeramento totale di questo parlamento e nuove elezioni. Le persone sono arrabbiate e le piazze in protesta ne sono una prova concreta, siamo ormai stanchi dei nostri politici, che hanno completamente, a nostro avviso, tradito il trattato costituzionale. Motivo per il quale siamo intenzionati a rivolgerci anche alla stessa Corte costituzionale: non vediamo nessun futuro per i nostri giovani. Questi sono i nostri obiettivi, ma li vogliamo realizzare solo ed esclusivamente attraverso la mobilitazione pacifica, dissociandoci completamente da qualsiasi forma o atto di violenza.
Non vi sentite quindi rispecchiati da nessun partito della nostra scena politica? Né della maggioranza governativa, né dell’opposizione? A nostro avviso, in Italia non esiste nessuna opposizione. Basti pensare che alla votazione parlamentare degli ultimi decreti sarebbe stato sufficiente non raggiungere la soglia minima richiesta per l’approvazione per far cadere il governo. In Italia non esiste né la destra né la sinistra, un tempo avevamo uno scontro reale tra destra e sinistra a livello di idee e contenuti, oggi invece c’è solo una minoranza in alto che ci sta distruggendo e il resto della popolazione che ne sta pagando le conseguenze.
Nel passato italiano ci sono invece delle figure politiche a cui vi ispirate? Dei modelli che in qualche modo incarnano il vostro ideale di classe politica? Sicuramente gli esponenti della prima repubblica, sebbene abbiano commesso degli errori, avevano un’alta statura politica, ben più significativa di quella che appartiene ai nostri politici. Ecco, ripiangiamo i tempi della prima repubblica e guardando alla nostra pagina Facebook non possiamo non constatare che queste nostre idee sono condivise da migliaia di persone.
Quindi non nutrite nessuna ambizione politica? Non c’è nessuna possibilità che entriate nella scena politica italiana, neanche qualora ci fossero i numeri? Certamente ogni iniziativa è politica, anche se non partitica. Noi, ci appelliamo all’articolo 52 della Costituzione, secondo il quale è dovere del cittadino difendere la patria. Pensiamo che questo dovere sia più che mai fondamentale ora che la nostra patria è, a nostro avviso, fortemente in pericolo. Sono sincero, in questo percorso, in molti mi stanno ponendo questo genere di domande: quello che posso dire è che sicuramente sta crescendo sempre di più questa presa di coscienza della necessità di una classe dirigente completamente rinnovata. Poi, certo, occorrerà creare un’alternativa perché nell’eventualità, più che probabile, che si riesca a mandare a casa i nostri politici attuali, le persone non andranno di certo a votare di nuovo politici appartenenti a quella stessa cerchia di persone. Ma, ripeto, lo scopo di questo comitato è esclusivamente quello di creare una mobilitazione nazione di protesta contro l’attuale classe dirigente.
Non pensa che anche la vostra realtà possa finire assorbita dalle logiche politiche, come, secondo alcuni, è successo al Movimento Cinque Stelle? La differenza con i 5 Stelle sta nel fatto che i pentastellati ottennero i voti grazie ai comizi di Grillo – che in parte cavalcò quell’ondata di protesta generata dalle nostre proteste, ma non hanno mai fatto mobilitazioni come la nostra. Ecco, credo che questa sia una differenza sostanziale, perché se riusciremo a portare nelle strade, sempre in modo pacifico, sempre più persone, non potremo un giorno riproporre le stesse cose contro cui abbiamo protestato in prima persona. Ovviamente, il rischio che possa infiltrarsi qualche opportunista ci potrebbe essere, ma ormai abbiamo imparato a riconoscerli e credo che saremo in grado di evitare questo scenario.