L’andamento della mortalità dal 1° gennaio al 28 febbraio 2020 determina una situazione che possiamo definire di normalità. I primi mesi dell’anno, sono stati interessati dall’epidemia influenzale strettamente correlata con l’andamento della mortalità. È quanto emerge dall’analisi della mortalità del periodo di epidemia da coronavirus realizzata dall’Inps.
Il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica riporta: “la stagione 2019-2020 è stata caratterizzata da un periodo iniziale di bassa incidenza, che si è protratto fino alla fine di dicembre 2019, e da un intensificarsi dell’attività virale con l’inizio del nuovo anno. Nelle prime settimane del 2020, infatti, l’incidenza delle sindromi simil-influenzali è aumentata progressivamente fino al raggiungimento del picco epidemico nella quinta settimana del 2020, con un livello pari a circa 13 casi per mille assistiti, valore che colloca la stagione in corso a un livello di media intensità”.
Riduzione mortalità nelle donne. Pertanto, tale periodo ha avuto rispetto alle epidemie influenzali dei 3 anni precedenti, che si attestavano su picchi di 15 casi su 1000, un’incidenza minore sulla mortalità. Le femmine mostrano una riduzione della mortalità leggermente più accentuata che si attesta intorno al 9% mentre i maschi si attestano intorno al 7%. Anche la distribuzione dei decessi per classe di età mostra una riduzione per tutte le fasce. La classe in cui sono avvenuti più decessi è quella 80-89 che rispecchia il range di età dove ricade la speranza di vita alla nascita.
L’analisi della mortalità territoriale a livello provinciale evidenzia una riduzione su tutto il territorio nazionale rispetto a quella attesa mostrando una serie di aree omogenee. Più in particolare il nord-ovest presenta riduzioni superiori al 10%, il nord-est riduzioni inferiori al 10% mentre il centro sud risulta più variegato.
Analisi della mortalità dal 1° marzo al 30aprile 2020. La distribuzione per classi di età evidenzia un aumento del numero dei decessi giornalieri per tutte le fasce. Sono 46.909 i decessi in più registrati tra il primo marzo e il 30 aprile rispetto ai 109.520 attesi. Il numero di decessi registrato come causato da Covid-19 nello stesso periodo è stato di 27.938. In particolare, al nord nelle fasce 70-79 e 80-89 raddoppiano quasi il numero dei decessi mentre nel centro sud l’aumento è decisamente contenuto. A metà marzo la situazione dei decessi è completamente cambiata rispetto alla fine di febbraio.