Senza il coprifuoco a maggio possono tornano a cena fuori due italiani su tre (62,5%) che mangiavano in ristoranti, pizzerie ed agriturismi la sera almeno una volta al mese, prima dell’emergenza Covid. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti in riferimento alll’ordine del giorno votato alla Camea da tutte le forze che sostengono il Governo che prevede una valutazione nel mese di maggio del coprifuoco sulla base dell’andamento del quadro epidemiologico. Lo stop alle limitazioni dell’orario – sottolinea la Coldiretti – aiuta infatti le aperture serali a cena che valgono da sole l’80% del fatturato, con l’arrivo della bella stagione e la ripresa del turismo.
Un cambiamento importante per tutte le realtà della ristorazione a partire dagli 24mila agriturismi particolarmente colpiti dai limiti di orario perché – precisa la Coldiretti – situati nelle aree rurali spesso lontane dai centri abitati e quindi raggiungibili in tempi più lunghi dagli ospiti. Resta il vincolo della impossibilità di consumo al tavolo negli spazi chiusi dei locali che riguarda oltre la metà dei servizi di ristorazione ma – precisa la Coldiretti – pesa molto di più in termini di posti a sedere e quindi di bilanci delle aziende.
L’allentamento delle misure anti contagio è atteso dopo mesi di lockdown che – precisa la Coldiretti -. hanno privato gli italiani di una componente importante della socialità e tagliato pesantemente i redditi degli operatori con un crollo del fatturato della ristorazione del 42% nel 2020. Un costo che – conclude la Coldiretti – si trasferisce a cascata sull’intera filiera con 1,1 milioni di tonnellate di cibi e di vini invenduti dall’inizio della pandemia.