Ricorso al Consiglio di Stato gia’ all’inizio della prossima settimana, un appello alla politica per avere un confronto e cercare di ottenere cio’ che il Tar non ha concesso, e la trasformazione del Comitato Tutela ristoranti Bologna in consorzio per avere piu’ garanzie. Queste le prossime mosse, annunciate alla ‘Dire’ dal loro legale Massimiliano Bacillieri, degli oltre 100 ristoratori bolognesi che oggi si sono visti respingere dal Tar del Lazio la richiesta di “annullamento, previa sospensione dell’efficacia, del Dpcm del 14 gennaio” e di risarcimento danni.
Analizzando l’ordinanza del Tribunale amministrativo, Bacillieri afferma in primis che “non si capisce in base a cosa un ristorante non sia paragonabile a una mensa, visto che si tratta sempre di una situazione in cui tante persone sono sedute nello stesso spazio”, poi rileva che “se Bologna, da arancione che e’, va verso l’arancione scuro, vuol dire che il problema non sono i ristoranti”. Ma soprattutto, per il legale, non convince l’ultimo passaggio del provvedimento, quello in cui si dice che dopo il 5 marzo “l’amministrazione sara’ tenuta ad adottare le future scelte relative alla categoria della ristorazione nel rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalita’ al rischio sanitario esistente”. Questa, chiosa, “pare una tirata d’orecchi allo Stato, perche’ sembra che i giudici dicano che le scelte fatte finora non siano state caratterizzate da adeguatezza e proporzionalita’”.
Per Bacillieri, dunque, quella del Tar “sembra la classica decisione ‘all’italiana’, con cui si da’ un colpo al cerchio e uno alla botte: ci hanno dato torto perche’ altrimenti sarebbero stati sommersi dai ricorsi dei ristoratori di tutta Italia, ma allo stesso tempo hanno criticato l’operato dello Stato”. A riprova di quanto sostiene, il legale cita la frase dei giudici secondo cui “l’interesse di cui e’ portatrice la parte ricorrente risulta, all’esito di una bilanciata valutazione, recessivo rispetto a quello di tutela della salute pubblica”. L’espressione ‘bilanciata valutazione’, secondo Bacillieri, dimostra che “la decisione non e’ stata presa all’unanimita’ dai giudici, ma che con tutta probabilita’ uno di loro ci ha dato ragione”.
Da qui la decisione di ricorrere al Consiglio di Stato, perche’ “dopo un provvedimento come questo sarebbe folle non farlo”, accompagnata pero’ da un appello alla politica. In particolare, spiega il legale, i ristoratori chiederanno di incontrare tre politici che in questi giorni si sono schierati, con sfumature diverse, dalla loro parte, vale a dire i leader di centrodestra Matteo Salvini e Giorgia Meloni e il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. Infine, il Comitato a breve si trasformera’ in consorzio, in modo da garantire agli associati maggiori tutele e “anche per promuovere in futuro, come gia’ avviene a Modena e a Parma, iniziative che diano visibilita’ ai ristoranti e ai prodotti del territorio”.
– Agenzia DiRE –