Nel periodo che va dal 30 dicembre 2020 al 12 gennaio 2021, l’indice Rt, ovvero l’indice di trasmissibilità del virus, calcolato sui casi sintomatici scende sotto l’1 per un valore pari a 0,97 (range 0,85-1,11), in diminuzione dopo cinque settimane di crescita. Lo si legge – come riporta l’Ansa – nella bozza di monitoraggio realizzata dall’Istituto superiore di sanità insieme al Ministero della Salute.
I nuovi dati, che saranno fondamentali per la determinazione di nuove indicazioni rispetto il cambio di colore delle Regioni, evidenziano una “diminuzione del rischio di una epidemia non controllata e non gestibile nel Paese dovuta principalmente ad una diminuzione della probabilità di trasmissione di SARS-CoV-2 ma in un contesto in cui l’impatto sui servizi assistenziali rimane alto nella maggior parte delle Regioni”.
Secondo il monitoraggio si osserva un miglioramento del livello generale del rischio legato alla frutta pandemia, sebbene siano ancora nove le Regioni e province autonome a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile o ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane. Complessivamente, sono quattro le Regioni/Ppaa con una classificazione di rischio alto (contro le 11 della settimana precedente), 11 con rischio moderato (di cui cinque ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e sei con rischio basso. Due di queste, ovvero la Sicilia e la Puglia, hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore, compatibile quindi con uno scenario di tipo 2. Le altre hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario tipo uno. In Umbria e nella provincia autonoma di Bolzano, invece, “bisogna adottare specifiche misure a livello provinciale e regionale” in quanto sono zone classificate a rischio Alto per la terza settimana consecutiva.
“L’epidemia resta in una fase delicata – prosegue la bozza dell’Iss – ed un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale. Tale tendenza a livello nazionale sottende infatti forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’elevata incidenza impongono comunque incisive misure restrittive. Si conferma pertanto la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile”.