Gli sguardi sono veloci, le parole non servono, “limitiamo il dialogo”. Ad ogni fermata di metropolitana, il vuoto, come gli scaffali dei supermercati, come la sensazione d’impotenza davanti ad uno scenario surreale. La gente corre tra le corsie dell’Esselunga costantemente in gara con l’ultimo asiatico tenuto a distanza perché è “l’origine di tutte le cose”. Un’anziana si dispera e si arrabbia con il marito per l’ultima confezione di uova che ha preso una ragazza arrivata qualche secondo prima di lei. Quest’ultima le sorride, gliela dona e l’anziana rilassa le rughe con un sorriso di gratitudine. Scatoloni di latte vuoti e malconci e il capo reparto dell’ortofrutta che rifornisce a tempi di record il bancone disordinato, come una delle 10 file per pagare.
Uno starnuto tra la gente e si alzano i toni, parole di protesta come in una partita di calcio in cui si insulta l’arbitro per non aver assegnato un rigore. È un fallo, un’ammonizione, un calcio di punizione che stiamo tirando a noi stessi, quando siamo convinti che moriremo, sì, ma d’ignoranza. Siamo fragili e facciamo fatica ad ammettere che ogni giorno che passa apparteniamo a questa psicosi da Coronavirus che ci tiene incollati alla tv notte e giorno con la speranza di sentire che l’allarme sta rientrando, che hanno trovato una cura, che i contagiati sono un numero fisso e che per loro tutto finisce tra un paio di giorni. Le scuole sono chiuse, le università hanno sospeso le lezioni, i manager lavorano da casa e la città meneghina, rallenta.
Un’atmosfera che ha dell’incredibile. La capitale dell’economia, della moda, del business, svuota gli scaffali dei disinfettanti e si prepara ad un’epidemia annunciata solo nella testa delle persone. Ignari delle centinaia di vittime che ogni anno l’influenza fa in tutta Italia, il COVID-19 diventa il nuovo killer psicologico di quanti ad oggi passano le loro giornate in casa sperando di evitare qualsiasi forma di contagio. È un Martedì Grasso che non lancia coriandoli, ma qualche goccia di pioggia nel grigio di questo cielo che dà conforto a questa mezzaluna del nord che vorrebbe ritrovare il coraggio e ripartire.
1 commento
Passerà. La storia insegna di molte altre epidemie e pandemie. La psicosi fa più vittime del virus. L’ignoranza ha più incidenza delle terapie. Alla fine ne resteranno pochi. Quelli con i nervi saldi. Quelli che sopravvivono alle sollecitazioni negative e riescono ancora a vivere in modo relativamente leggero.