Sono oltre 586 mila i contagiati dal nuovo Coronavirus nel mondo, con oltre 25.400 morti totali. Numeri drammatici che solo qualche mese fa ci sarebbero apparsi impossibili: il Covid-19 preoccupava certo, ma sembrava qualcosa di lontano, come se fosse in qualche modo destinato a rimanere un problema della Cina. Invece, il 21 febbraio le cose sono cambiate per sempre e da allora quei primi contagi registrati nella provincia di Lodi hanno continuato ad aumentare, ininterrottamente. L’Italia come la Cina, eppure anche allora la maggior parte dei paesi del mondo si è mostrata restia ad accettare che questo virus avrebbe travolto anche loro: il cinismo di Boris Johnson, la freddezza di Angela Merkel e la leggerezza di Trump ne rappresentano solo gli esempi più evidenti. Ma ad oggi i numeri non ammettono più interpretazioni: il Coronavirus è un problema mondiale e riguarda tutti.
Il Coronavirus nel mondo. Fornisce un quadro perennemente aggiornato della diffusione del nuovo Covid-19 nel mondo la mappa interattiva elaborata da un team di ricercatori dell’americana Johns Hopkins University (nel Maryland). La dashboard, consultabile sul sito dell’università statunitense, mostra il numero dei contagi, delle vittime e dei ricoverati totali nel mondo, nonché la situazione nei diversi paesi. Ad oggi sono gli Stati Uniti a far registrare il maggior numero di contagi (97.266), seguiti dall’Italia (86.498) e dalla Cina (81.897), ma preoccupano anche i dati di altri paesi europei, primo fra tutti la Spagna, in cui il virus si sta diffondendo in questi giorni con ritmi esponenziali.
Negli Stati Uniti la situazione si fa ogni giorno più critica, sia dal punto di vista sanitario che da quello economico. Solo nella settimana dal 15 al 21 marzo sono stati 3,28 milioni gli americani che hanno fatto domanda per i sussidi di disoccupazione, e che hanno quindi perso il lavoro: un dato così negativo – riporta La Stampa – non si registrava da 113 mesi, cioè dall’inizio della ripresa in seguito alla crisi del 2008. Inoltre, la società Moody’s ha stimato che le aziende inizieranno a fallire nell’arco di 15 o 30 giorni. Non va meglio per quanto riguarda la sanità: solo nella giornata di ieri ci sono state 345 nuove vittime, per un totale di 1.380 morti. L’University of Washington ha inoltre calcolato che le vittime negli Usa potrebbero raggiungere gli 80mila casi, anche a causa dell’incapacità del sistema sanitario di rispondere all’emergenza.
In Spagna l’allarme Coronavirus è più forte che mai. In un solo giorno si sono registrati 10 mila casi di contagio in più (dai da 47.610 di mercoledì ai 56.188 di giovedì), mentre ad oggi sono 64.059 i contagi complessivi da Coronavirus. Anche il numero delle vittime cresce esponenzialmente: nella giornata di ieri hanno perso la vita 749 persone: il bilancio dei morti – fa sapere El Pais – sale così a 4.858. “In Spagna è l’inferno, i malati muoiono soli” ha dichiarato il deputato del Ppd Gonzalez Pons, in riferimento alle difficoltà che il sistema sanitario spagnolo sta avendo nell’affrontare l’emergenza. Tuttavia, proprio nella giornata di ieri il ministro della Sanità Salvador Illa ha dichiarato che – riporta l’Efe – dato l’andamento dell’epidemia negli ultimi giorni, il paese potrebbe essere vicino al picco della curva, in seguito al quale si dovrebbe registrare un calo dei casi.
Anche in Germania e in Francia i contagi continuano a crescere, raggiungendo rispettivamente più di 50 mila e 33 mila casi. Intanto il presidente francese, Emmanuel Macron, ha fatto sapere tramite Twitter di aver avuto un’ottima discussione con Donad Trump e di star preparando con altri paesi un piano comune contro la diffusione nel mondo del Coronavirus. D’altra parte, però, proprio oggi il primo ministro, Edouard Philippe, ha prolungato l’isolamento sociale imposto ai cittadini francesi per altri 15 giorni, almeno per ora.