“La direzione è quella giusta” ma “la battaglia contro il coronavirus non è già vinta”. È il richiamo del ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenuto a “Circo Massimo” su Radio Capital.
“Guai a pensare anche solo per un momento che il pericolo sia scampato, che sia tutto finito – ha precisato il ministro – Se commettessimo questo errore finiremmo persino per vanificare i sacrifici enormi che i cittadini hanno fatto e che hanno consentito di salvare la vita a migliaia e migliaia di persone”.
“Alcuni dati sono incoraggianti, segnalano che le misure adottate hanno portato dei benefici – ha proseguito Speranza – C’è un alleggerimento del peso sulle nostre strutture ospedaliere, in particolare sono 2 settimane che c’è una riduzione dei posti occupati da pazienti Covid in terapia intensiva: eravamo arrivati a 4 mila letti occupati per Covid, ieri sera il dato era poco più di 2.600”. Quindi “c’è una tendenza che va nella direzione giusta ma la battaglia continua”.
“Il prezzo pagato dall’Italia e credo dalla stragrande maggioranza dei Paesi del mondo alla fine sarà un prezzo altissimo, ha osservato Speranza. Ma “stare a casa, rinunciare alle proprie abitudini sociali, bloccare anche numerose iniziative imprenditoriali e aziendali ha consentito di salvare la vita a migliaia e migliaia di persone”.
Sulla fase due: “Penso che abbiamo tutti insieme approvato le norme che prevedono che il 4 maggio sia una data intorno alla quale dobbiamo costruire questa fase 2 a cui stiamo lavorando da settimane”, aggiunge il ministro. “Mi auguro che al più presto ci possa essere un incontro tra le forze sociali, le rappresentanze del mondo dell’impresa, le forze del sindacato, e si possa con loro irrobustire il documento del 14 marzo che è importante e ci ha aiutato in queste settimane difficili per avere sicurezza nei luoghi di lavoro e, sulla base di questo documento, io credo che potranno esserci le condizioni per aprire questa fase 2”.
Quanto ai prossimi interventi: “Rafforzamento dell’assistenza territoriale e Covid hospital, dice Speranza, sono i due punti chiave su cui investire risorse già nel prossimo decreto, per potenziare la sanità italiana contro l’emergenza coronavirus. “Il punto non è solo la data in cui ripartire – ha sottolineato – ma è anche come in queste settimane attrezziamo, attraverso alcune linee guida fondamentali di natura nazionale, il nostro Paese ad affrontare e reggere questa sfida.
Penso sia fondamentale, e ci stiamo lavorando, rafforzare anzitutto la nostra rete di assistenza territoriale, perché il virus si combatte meglio se si ha una rete di assistenza territoriale molto forte” fatta di “domiciliarità, prossimità e vicinanza”, quindi “veloce nell’individuare e isolare i casi positivi”. Per questo “investiremo risorse significative nel prossimo decreto per rafforzare la rete di assistenza sul territorio”.
“L’altro secondo grande punto su cui dobbiamo insistere sono i Covid hospital specializzati. Lo abbiamo indicato fin dai primissimi giorni di questa emergenza”, ha ricordato il ministro: “Abbiamo bisogno di strutture che si specializzano sul Covid, perché gli ospedali misti facilmente moltiplicano il contagio. È molto difficile bloccare questo virus quando si hanno nello stesso plesso pazienti Covid e non Covid, quindi noi investiremo risorse per strutture ad hoc. Molte sono già nate, dobbiamo insistere su questo terreno”.