Il percorso verso l’allargamento dell’obbligo del green pass segna una battuta d’arresto o, nel migliore dei casi, una frenata. In vista del Cdm delle prossime ore il Governo sembra infatti aver scelto un cronoprogramma da qui ad ottobre, che individua negli addetti delle ditte di pulizia che operano nelle scuole, nel personale delle mense scolastiche e nei lavoratori ‘esterni’ a contatto con strutture del settore sanitario come le Rsa le prime categorie che, per lavorare, dovranno esibire il sospirato lasciapassare. Quanto si evince da una nota di Confcommercio.
A seguire toccherà a tutti coloro che lavorano nei luoghi dove il pass è già richiesto a chi li frequenta: ristoratori, camerieri, barman, gestori di locali e dipendenti delle strutture (cinema e teatri, ad esempio), ma anche istruttori sportivi che lavorano in luoghi come piscine e palestre. Ad esibire il Qr code dovranno essere anche gli autisti dei mezzi del trasporto pubblico locale, che si aggiungeranno a quelli dei treni dell’alta velocità e coloro che lavorano su navi, traghetti, aerei. L’idea inoltre è di includere anche i lavoratori al contatto con il pubblico, come quelli agli sportelli.
Un ulteriore step – previsto a ottobre – riguarderà invece il settore della pubblica amministrazione, mentre gli ultimi saranno i lavoratori del settore privato, come gli operai delle grandi fabbriche, ma anche in generale i dipendenti di piccole e medie imprese. I lavoratori autonomi, come gli avvocati o i commercialisti, al momento non sono tra le categorie per le quali si valuta l’obbligo del lasciapassare, a differenza dei magistrati che rientrerebbero nella categoria della pubblica amministrazione. Ma per l’accesso a strutture pubbliche – ad esempio gli avvocati nei tribunali – sarà necessario anche per loro esibire il pass. Tutte le persone fragili dotate di una certificazione medica valida che li esenta dalla somministrazione del siero per motivi di salute dovranno comunque sottoporsi ad un tampone.
Confcommercio: “green pass sui luoghi di lavoro, confronto più ampio tra sindacati e imprese”
Confcommercio torna sul tema del Green Passed in particolare sulla vaccinazione nei luoghi di lavoro. “E’ di tutta evidenza – sottolinea in una nota la Confederazione – il collegamento tra contrasto della pandemia, sviluppi della campagna di vaccinazione e progressiva normalizzazione e ripartenza delle attività economiche”. “Crediamo, dunque, – prosegue Confcommercio – che tutti debbano fare la propria parte. Vale per le scelte politiche e di governo da compiersi nel solco necessario delle previsioni dell’articolo 32 della Costituzione. Vale per le responsabilità proprie delle parti sociali. Rinnoviamo, dunque, l’invito al confronto tra associazioni imprenditoriali e sindacati dei lavoratori sull’opportunità offerta dal Green Pass per la maggiore sicurezza dei luoghi di lavoro e, anzitutto, di quelli aperti al pubblico. E’ un confronto che gioverebbe alla coesione sociale”. “Ed è un passaggio – conclude Confcommercio – che va affrontato con adeguata programmazione e promuovendo informazione e consapevolezza, ma anche sottolineando il dovere civile della vaccinazione come concreta scelta di responsabilità”.
Fida: “sì al vaccino obbligatorio per i dipendenti della distribuzione alimentare”
“Mettere in sicurezza i lavoratori significa anche prevedere l’obbligo di vaccino o green pass. Per questo riteniamo indispensabile prevedere quest’obbligo per tutto il personale che lavora nei supermercati e nei negozi alimentari di prossimità. Siamo stati i primi ad evidenziare questa esigenza già prima dell’estate anche perché – non va dimenticato – stiamo parlando di lavoratori che svolgono attività essenziali e che sono quotidianamente a contatto con moltissime persone. Quanto ai tamponi, anche noi siamo d’accordo sul fatto che i relativi costi non siano a carico delle imprese e ci aspettiamo una presa di coscienza da parte del Governo su questo tema”: così Donatella Prampolini, presidente di Fida-Confcommercio, la Federazione nazionale dei dettaglianti alimentari e della distribuzione organizzata, sul dibattito in corso sull’obbligo di vaccinazione sui luoghi di lavoro.
Fipe: “siamo favorevoli, ma servono regole chiare e tempo per organizzarsi”
“La nostra Federazione è da sempre a favore dei vaccini e dell’introduzione dell’obbligo di green pass per i dipendenti dei pubblici esercizi. Auspichiamo, anzi, che quest’ultimo sia esteso anche a tutte le altre categorie economiche e che si chiariscano alcuni punti fondamentali”. Così Fipe-Confcommercio, per la quale “in primis bisogna riflettere sui tempi di introduzione di tale misura per dare un preavviso congruo e consentire a chi non fosse ancora vaccinato di mettersi in regola, al netto dei tempi tecnici che dipendono dai protocolli sanitari e dalla logistica. Un’imposizione a stretto giro rischierebbe di causare la chiusura di migliaia di esercizi per mancanza di personale. Altra questione assolutamente fondamentale riguarda la gestione di quei dipendenti che decideranno liberamente di non vaccinarsi. Quali saranno le responsabilità e gli obblighi del datore di lavoro? Per questo è necessario un quadro normativo molto chiaro. La priorità – prosegue concludendo Confcommercio – è aiutare gli imprenditori a capire come comportarsi in situazioni del genere, sgravandoli da ulteriori oneri economici, organizzativi e amministrativi”.