“Nel 2020 risultano esserci 10 milioni di famiglie italiane (il 39% del totale) che non hanno attivato offerte di accesso ad Internet su rete fissa e oltre 5,5 milioni di famiglie (il 21% del totale) che usufruiscono di servizi Internet su rete fissa ma con velocità inferiore ai 30 Mbps. In totale, circa 16 milioni di famiglie (il 60% del totale) che non usufruiscono di servizi Internet su rete fissa o non hanno una connessione fissa a banda ultra larga“. Lo dice il ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, Vittorio Colao, in audizione in Commissioni riunite Trasporti della Camera e Bilancio, Lavori pubblici e Politiche dell’Ue del Senato, nell’ambito dell’esame della Proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza.
“Questo è inaccettabile – aggiunge Colao – Per velocizzare la copertura con reti a banda ultra larga di tutto il territorio, va quindi rivisto il modello seguito fino ad oggi, ponendosi l’obiettivo concreto di connettere tutti entro il 2026 con connessioni ad altissima velocità e lasciando agli operatori la libertà di scegliere la migliore tecnologia”.
Non sono più ammessi ritardi, entro 5 anni cittadini e territori connessi. “Non sono più ammessi ritardi. La Commissione europea ha adottato, nel corso degli ultimi anni, diversi atti – tra cui la Comunicazione verso la gigabit society, l’Action Plan per il 5G e la Direttiva sul nuovo Codice delle comunicazioni elettroniche – tutti finalizzati a realizzare una società digitale pienamente inclusiva. Sulla scia di questi interventi, il 9 marzo la Commissione europea ha pubblicato il ‘Digital Compass’, che pone obiettivi ambiziosi sul tema della connettività: un gigabit per tutte le famiglie e copertura 5G in tutte le aree popolate entro il 2030. Come responsabili dei progetti per la trasformazione digitale non solo condividiamo pienamente questi obiettivi, ma grazie al PNRR vogliamo essere più ambiziosi sui tempi: vogliamo cittadini, scuole, presìdi sanitari, imprese e isole minori connesse entro i prossimi 5 anni. Mi concedo una metafora sportiva: a metà gara vogliamo essere nel gruppo di testa della corsa all’Europa digitale europeo attraente quanto i vasti mercati digitali extra-Europei”.
Con PNRR digitalizzazione piena già nel 2026. “La visione Digital Compass annunciata dalla Commissione europea la settimana scorsa ha come obiettivo di raggiungere una digitalizzazione pressoché piena entro il 2030. Grazie al PNRR vogliamo far sì che l’Italia non solo recuperi il terreno perso, ma sia tra i paesi più vicini a realizzare la visione del Digital Compass già nel 2026. Una trasformazione che chiamerei accelerata che avrà bisogno di persone e capitale umano per avvenire e per questo vogliamo portare l’Italia a un livello nettamente più elevato di formazione scientifica e tecnologica”.
Occorre favorire sviluppo reti 5G. “Le tecnologie radio possono (e devono) essere utilizzate laddove la fibra non arriva o non riesce ad arrivare, così come dobbiamo favorire un rapido investimento nello sviluppo delle reti 5G. Dobbiamo infatti assicurarci di cogliere appieno la rivoluzione del 5G e dalla banda ultra larga mobile: sarebbe economicamente penalizzante e io credo anche socialmente inaccettabile se realtà produttive e lavorative che operano in zone meno centrali del nostro Paese non potessero accedere alle opportunità di automazione e remotizzazione a bassa latenza che queste tecnologie consentono”.
“Questi due fenomeni disuguaglianze e divari territoriali – aggiunge Colao– sono ancora più evidenti alla luce della pandemia: con il lavoro che si sposta in remoto, le scuole che adottano la didattica a distanza, e gli ospedali non in grado di assistere molti malati da vicino a causa della pandemia, ammodernare le infrastrutture per la connettività si configura come un dovere dello Stato, chiamato dall’articolo 3 della Costituzione ad assicurare uguale accesso alle opportunità ed a offrire a tutti i cittadini le medesime condizioni di partenza. Per noi, la connettività va intesa come diritto”.
– Agenzia DiRE –