Collegato da casa ad Ancona dove è in quarantena, Marco Bentivogli, ex sindacalista e coordinatore di Base Italia, ha annunciato in diretta di aver scoperto lo scorso giovedì 29 ottobre, tramite la App Immuni, che il 23, giorno in cui era a Milano, è stato a contatto con una persona positiva. Il giorno successivo, il tampone molecolare, eseguito in un laboratorio privato ad Ancona, ha confermato la positività.
Comunicatolo al medico di famiglia, da allora si è reso conto che il sistema funziona solo in alcune regioni. In altre, infatti, gli uffici igienici non rispondono al telefono e non hanno neanche dato indicazione ai medici di famiglia su come attivare le segnalazioni della app Immuni e dove mandare le persone a fare i tamponi.
Bentivogli alla Festa del Foglio ha commentato: “Il sistema sanitario fa acqua. Immuni funziona ma non hanno istruito il personale sanitario e per segnalare le positività e’ un miracolo trovare autorizzazione da autorità sanitarie. Bisogna fare di più: servono presidi territoriali h24 al giorno come prevede la riforma da parte dei medici di base. Mesi persi inseguendo negazionisti e virus. Qui i tamponi si fanno da privati a 82 euro e l’ufficio igiene di sabato mattina non risponde. Basta autocelebrazioni sul “Modello Italia”; servono i i soldi del Mes ma anche superare burocrazia, corporativismi e il gioco allo scarica barile nella Sanità che lascia soli i cittadini. 47 milioni di italiani hanno whatsapp e solo 9 milioni immuni che è molto meno invasiva della nostra privacy. E Immuni oggi necessita grazie a queste fisime di autorizzazioni ridondanti”.
“Avevamo detto che andava prevista in Immuni la segnalazione di positività dando la pre autorizzazione alla dichiarazione di positività in sede di scarico app: oggi invece – prosegue Bentivogli – sono necessarie chiamate per verifica e conferma, assurdo anche perché non risponde nessuno. Questo facilita i disonesti che non segnalano la loro positività continuando a infettare chi incontrano, sintomo di un sistema sanitario che ha paura di assumersi responsabilità”.