Mancano ormai poche ore alla nascita del nuovo partito guidato dall’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Il 21 novembre a Roma infatti il movimento Siamo Europei riceverà ufficialmente il sigillo di partito ed entrerà a tutti gli effetti a far parte del già frantumato e complesso scenario politico italiano. Si chiamerà – ha rivelato un’indiscrezione della Stampa poi confermata da voci interne al movimento stesso – Azione e si proporrà come nuova forza di centrosinistra di spirito liberale.
La frattura con il Pd. Era il 28 agosto quando Carlo Calenda con un atto di rottura irreversibile si dimetteva dalla direzione del PD. Il progetto, espresso fin da subito, era quello di creare “un movimento – si legge sul sito ufficiale di Siamo Europei – liberal-progressista”, così da “non lasciare i riformisti senza una casa”. Un nuovo partito quindi, ma non una forza antigoverno. Nella presentazione del progetto politico firmata da Carlo Calenda e leggibile sul sito ufficiale già citato, infatti l’europarlamentare ha ribadito a proposito della scelta del Pd di creare un inedito governo giallorosso: “Dobbiamo rispettarla e augurarci che faccia bene, per l’Italia. Per quanto possibile aiuteremo l’esecutivo con idee e proposte”.
Azione quindi, soprattutto contro il M5S e LeU. Sebbene quindi Azione nascerà dalle ceneri di un Pd che ha pagato a caro prezzo l’alleanza con il M5S, i suoi avversari saranno – stando alle parole di Calenda – il M5S e LeU. D’altronde che Calenda non guardasse di buon occhio il modus operandi di Matteo Renzi era cosa ben nota ancor prima che quest’ultimo ufficializzasse la nascita del suo nuovo partito. Anzi, era stato proprio Calenda a predire l’imminente tradimento dell’ex premier. Accanto a lui, ovviamente altro obiettivo polemico saranno i Cinque Stelle, la cui unione con il Pd è stata proprio all’origine della fuoriuscita dalle file dei dem di Calenda e del suo attuale braccio destro, Matteo Richetti.
Una nuova forza di centrosinistra, intenzionata a “intercettare – riporta La Stampa – la fascia di elettorato ‘liberal’ deluso dal Pd e da Forza Italia e che si è in parte rifugiato nell’astensionismo”. Gli interlocutori sociali prediletti del nuovo partito saranno dunque individuati in “due dei segmenti – prosegue il quotidiano – che più soffrono il declino italiano: gli under 30 istruiti, l’imprenditoria diffusa”. Più nello specifico, Azione sarà “uno spazio politico – stando alle parole dell’ex dem Richetti – che pur partendo da due personalità che vengono dal percorso del centro sinistra si rivolge non tanto a un ‘centro politico’, […] ma a tutti coloro che non ritengono nazionalismi e sovranismi ricette utili per questo Paese.” Il riferimento palese è a Matteo Salvini, ma anche al leader pentastellato, Luigi Di Maio, entrambi responsabili di “due coalizioni improponibili – rincara la dose Richetti – per risolvere le complessità dei problemi del Paese.”
Ma è soprattutto rispetto al PD che il nascente partito definirà la propria identità. Se infatti è evidente lo spirito polemico con cui è stata avviata la trasformazione di Liberi e Uguali, tutt’altro che scontato sarà il sistema di alleanze con cui esso si guadagnerà il proprio spazio vitale nella politica italiana. Da una parte c’è chi già parla di una futura e naturale unione con Più Europa, dall’altra ci si interroga sulla reale possibilità di un’alleanza con il PD. Probabilmente la prima occasione per verificare i futuri rapporti tra le forze di sinistra si avrà ben presto con le elezioni regionali in Emilia-Romagna, previste per il prossimo 26 gennaio. Fin da ora infatti Calenda sembra tutt’altro che ostile ad un gioco di squadra con il suo ex partito, a patto però che si rispettino le sue regole e con un tweet chiarisce: “Nonostante il poco tempo siamo pronti a lavorare con Stefano Bonaccini e PD per combattere insieme. Ovviamente se i 5S non saranno alleati”.