Era atteso da tempo e finalmente è arrivato. Parliamo del Family Act che è stato approvato dal Consiglio dei Ministri nella serata di giovedì e che riguarda le misure per il sostegno e la valorizzazione della famiglia come richiesto dal Ministro per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti e dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali Nunzia Catalfo.
In cosa consiste questo disegno di legge che ora attende l’ok del Parlamento? Nelle norme e nelle scadenze temporali entro cui il governo dovrà approvare “i decreti legislativi di attuazione della delega, con l’obiettivo di sostenere la genitorialità e la funzione sociale ed educativa delle famiglie, contrastare la denatalità, valorizzare la crescita armoniosa delle bambine, dei bambini e dei giovani e favorire la conciliazione della vita familiare con il lavoro, in particolare quello femminile” come si legge nel comunicato diffuso ieri sera.
Aiuti per le famiglie con figli, papà e neomamme. Un disegno di legge che prevede quindi diverse misure dedicate alle famiglie con figli sia minorenni che maggiorenni e poi aiuti alle neomamme, congedi parentali obbligatori per i papà, permessi retribuiti per chi ha figli malati e tanto altro ancora. Vediamoli maggiormente nel dettaglio.
Iniziamo con l’assegno universale il cui nome fa già intuire qual è la ratio: verrà dato a tutte le famiglie con uno o più figli e questo a partire dal settimo mese fino ai 18 anni. Dal secondo figlio in poi quest’assegno aumenterà del 20%. L’universalità è anche nel compenso: è previsto infatti un importo minimo uguale per tutte le famiglie, la parte variabile che ci sarà cambierà a seconda dell’ISEE (ossia l’indicatore della situazione economica equivalente).
Come le famiglie riceveranno quest’assegno? Mensilmente: in denaro o altrimenti con un credito d’imposta da utilizzare in compensazione dei debiti di imposta, vale a dire cioè che viene scalato dalle tasse che si dovrebbero pagare. Da sapere che però l’assegno non contribuisce al reddito imponibile. Inoltre, se la famiglia riceve già un assegno, è prevista una clausola che riconosca l’integrazione affinché appunto non risulti inferiore. Tutto questo perché, come si legge sempre nel comunicato stampa del Consiglio dei Ministri si vuole “assicurare l’applicazione universale di benefici economici ai nuclei familiari con figlie e figli, secondo criteri di progressività basati sull’applicazione di indicatori della situazione economica equivalente (ISEE), tenendo anche conto del numero delle figlie o dei figli a carico”.
Altre misure riguardano l’educazione dei figli. Si parla di contributi che vadano a coprire le spese di asili nido, delle sezioni primavera della scuola dell’infanzia ma anche supporto nella gestione dei figli nell’abitazione (baby sitter) per bambini con età inferiore a 6 anni. Così come sostegni per le gite scolastiche, iscrizioni annuale a palestre, piscine, corsi di musica ecc… di cui si era comunque parlato, e anche per le spese per libri scolastici e supporti informatici. Le famiglie riceveranno anche un sostegno per quanto riguarda le spese per l’affitto delle case dei figli che vanno all’università. Nel Family Act sono incluse anche le giovani coppie, ossia fino a 35 anni, che avranno agevolazioni fiscali per l’affitto della loro prima casa.
Il disegno di legge poi parla dei congedi parentali e di paternità: previsto un periodo di almeno 10 giorni per il congedo di paternità obbligatorio (era stato innalzato da 5 a 7 giorni) nei primi mesi di nascita del figlio e modalità flessibile di gestirlo, ovviamente compatibilmente con le esigenze dei datori di lavoro. Questo sarà concesso a prescindere dal fatto che ci sia un matrimonio o meno. Introdotta anche una durata minima di 2 mesi di congedo che non è cedibile all’altro genitore. Al momento dell’attuazione saranno messe sul piatto anche misure ad hoc per i lavoratori autonomi. Una novità invece riguarda il permesso retribuito di minimo di 5 ore per andare a colloquio con i professori.
Favorire il lavoro femminile. Nel Family Act, poi, sono previste anche misure ad hoc per le donne come una indennità integrativa della retribuzione per le madri lavoratrici per il periodo in cui rientrano al lavoro dopo il congedo obbligatorio. Questa sarà erogata dall’Inps. Saranno inoltre deducibili le spese per chi si avvale di aiuti nei servizi domestici ma anche per assistere familiari purché appunto siano assunti con contratto di lavoro. E la sanatoria per i lavori domestici va anche in tal senso. Inoltre sono previsti incentivi per l’avvio di startup femminili e un accompagnamento per i primi 2 anni e questo grazie a una quota di riserva del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese.