Epidemiologia. Da quanto emerso da uno studio del 2014, la problematica dell’ipertensione arteriosa è largamente diffusa: le persone interessate da questa condizione vanno oltre il miliardo (in termini matematici, oltre il 22% della popolazione globale). Secondo un altro studio effettuato precedentemente (nel 2010), l’ipertensione arteriosa influisce per il 18% come causa principale di morte; questo numero è elevatissimo: per renderci conto in maniera più diretta, su un milione di decessi, ben 180 mila sono causati dall’ipertensione arteriosa. La “fetta” di popolazione più interessata riguarda il ceto medio/basso (in prevalenza uomini), soprattutto se in età avanzata. L’associazione di questa condizione, ad altri fattori di rischio (quali obesità, cattiva alimentazione, sedentarietà, fumo, alcool) può portare a conseguenze gravi, fino anche alla morte. In Italia, sono circa 10 i milioni di persone interessate da questa condizione, ma soltanto la metà ne è consapevole.
Cos’è l’ipertensione arteriosa? L’ipertensione arteriosa è una condizione (non malattia) caratterizzata dall’elevata pressione del sangue all’interno delle arterie, determinata dalla quantità di sangue che il cuore pompa e la resistenza periferica a livello delle arterie. Ma prima di arrivare all’ipertensione arteriosa, partiamo dal concetto di pressione sanguigna: la pressione sanguigna (o pressione arteriosa) è quella forza che il sangue esercita contro la parete dei vasi. I valori della pressione sanguigna in un adulto sano sono di 140/85 mmHg, quindi intorno a questi valori non deve scattare la campanella d’allarme. Campanella d’allarme che deve suonare nel momento in cui almeno uno dei due valori è costantemente superiore al normale. Si parla di ipertensione sistolica nel momento in cui ad essere costantemente oltre i normali valori sia la famosa “massima”, nel momento in cui è la “minima” a superare i valori soglia, si parla di ipertensione diastolica. Il problema dell’ipertensione arteriosa è che agisce nell’ombra, perché è quasi asintomatica, fino a quando non sfocia in problematiche più gravi, talvolta anche mortali, come può essere l’infarto del miocardio.
I Fattori di rischio e l’importanza della prevenzione. Ci sono alcuni fattori predisponenti l’ipertensione arteriosa, come ad esempio le familiarità, età, sesso, sovrappeso, abitudini alimentari (si consiglia di evitare cibi ricchi di sodio, evitare l’abuso di caffè, fare attenzione ad assumere vitamina D), vizi come fumo e alcool, malattie associate (come ad esempio il diabete) e altri fattori. In tutti i casi, anche se non si è predisposti, l’importanza della prevenzione è fondamentale. I soggetti già affetti da questa condizione (ma anche chi non lo è) è bene che seguano una dieta povera di sodio, evitare l’assunzione di sale, bere tanto (per evitare la ritenzione idrica) e praticare tanta attività fisica. Fondamentale è anche intervenire sui fattori di rischio: obesità (ogni 10 kg persi, la pressione diminuisce di un range che varia dai 5 ai 20 mmHg), sedentarietà, fumo, assunzione di alcool.