La temperatura è dolce, le giornate si allungano e le persone inevitabilmente assecondano il loro bisogno di libertà scegliendo il supermercato come luogo d’intrattenimento. La domanda è: Intrattenimento o reale bisogno? Quante persone realmente hanno l’esigenza di acquistare beni di prima necessità e quanti hanno bisogno di prendere semplicemente aria? Vi racconto come fare la spesa all’Esselunga di Viale Jenner di Milano è diventato un momento di aggregazione!
A qualsiasi ora del giorno, del pomeriggio o della sera, tutto l’isolato che comprende via Legnone e via Camillo Prampolini, vede lunghe file di persone attendere per ore davanti al supermercato. La distanza tra loro è di circa un metro, ma l’attesa è infinita. Si parla al telefono, ci si scambia opinioni a distanza, ricette di Pasqua e silenzi diffidenti di chi vorrebbe sapere se ha davanti un soggetto positivo al Covid. Il supermercato chiude alle 20.00 e quella lunga fila di persone che è dietro l’angolo ed è prossima all’entrata, alle 19.30, dopo 2 ore di attesa, viene mandata via dalla sicurezza. “Il supermercato è chiuso!”, saltano i nervi, le persone urlano, protestano, minacciano la sicurezza. Le misure si accorciano, il metro di distanza diventa una manciata di centimetri per curiosi che si affacciano al litigio. Tutti restano fermi insistentemente davanti al supermercato, perché entrare dopo tutta quella attesa è un diritto. La sicurezza è inflessibile, ribadisce che il supermercato è chiuso e invita la clientela a rientrare a casa.
Prima di andare via, dal punto vendita escono persone entrate un’ora prima con buste semivuote. È inevitabile la rabbia e la polemica di chi si rende conto che quello non è un reale bisogno ma un comportamento irresponsabile verso il prossimo. I commenti dei passanti fanno riferimento ad una maggiore sensibilizzazione alla solidarietà in questo momento: essere responsabili verso gli altri significa anche fare velocemente la spesa e dare la possibilità a ciascuno di poter entrare. Ma il buon senso è qualcosa che non appartiene a tutti, vi è una forma di egoismo a cui non dovremmo assistere nell’emergenza che ci unisce e ci rende tutti uguali. Le persone corrono al supermercato come se domani arrivasse la fine del mondo e non fosse più possibile fare la spesa, una situazione paradossale e soprattutto di tipica cultura italiana.
Ieri pomeriggio la cantante Fiorella Mannoia ha avviato una diretta Instagram con un ragazzo che vive in Spagna. Quest’ultimo ha raccontato come il Paese sta affrontando l’emergenza Coronavirus. La cosa più sorprendente della sua testimonianza è stata proprio questa: in Spagna non esistono le file al supermercato. Un atteggiamento disciplinato di chi è consapevole che domani i supermercati continueranno a rifornire i banconi e gli scaffali e che si potrà fare la spesa senza attese e rischi per sé stessi e per gli altri. In questa Settimana Santa, fare la spesa sarà ancora più difficile, ma il modo migliore per celebrare la Resurrezione di Cristo, potrebbe essere quello di far rinascere con lui anche il nostro senso del dovere, di responsabilità e di rispetto verso il prossimo.