Roma. Il passionario dei 5 Stelle è ad un bivio: che fare della propria vita politica? Dopo settimane di silenzio autoimposto, Di Battista rompe gli indugi ed esprime tutti i sui mal di pancia, che nemmeno il malox deve aver attutito, sull’alleanza giallorossa. In un post sulla sua pagina Facebook ha tuonato contro il Pd: “Non fidatevi di questi” è il concetto ricorrente del suo pensiero.
Non è un mistero che Di Battista non si sarebbe mai alleato con gli odiati piddini e che la sua visione della collocazione e del ruolo politico dei pentastellati è in netto contrasto con quella di Grillo, ossia il vero deus ex machina dei 5 Stelle e l’ispiratore della sua svolta a sinistra. Perché, allora, un’uscita così dura che indebolisce e puntella il neonato Conte Bis con la consapevolezza di far danni? Di Battista con questo post (ricordiamo che la sua pagina è seguita da quasi 1,6 milioni di utenti) ha voluto far male e in tanti tremano. Due le considerazioni da fare. Ci dobbiamo abituare a periodiche reprimende pubbliche del Di Battista irriducibile depositario dello spirito più autentico e profondo della pancia elettorale del movimento ma fine a se stesse, ossia senza nessuna prospettiva politica e sostanzialmente sterili? Oppure dietro queste punture (ce ne saranno altre?) si cela un disegno politico, che è quello che temono davvero i destinatari istituzionali delle sue bordate, ossia un rimescolamento delle carte?
Di Battista è all’angolo ma ha un patrimonio di credibilità politica che può ancora spendere tra l’elettorato pentastellato deluso. Se è vero, come tutti i segnali, le dichiarazioni e i comportamenti di queste settimane fanno presagire, che l’alleanza giallorossa non è uno yougurt ossia non ha una scadenza, ma è strategica e di prospettiva (anche se Renzi ha un’altra idea in testa), allora appare evidente che Di Battista è fuori dai giochi nel Movimento. E’ la sua fine politica. A meno ché anche lui non venga folgorato sulla via di Damasco. Non escludiamo nulla.
Di Battista si trova nella stessa situazione di Renzi fino a pochi giorni fa. Come Renzi anche lui è all’angolo nel Movimento ma con una grande possibilità di ritornare in gioco fuori dal Movimento. Di fronte questo scenario potrebbe starsene buono ed accettare la sua irrilevanza oppure decidere di “scendere in campo” e giocare la sua partita. E come Renzi l’unica possibilità che ha di tornare a giocare è fondare il suo movimento portandosi dietro eletti ed elettori sensibili alle sue sirene e scompaginare, così, la deriva a sinistra dei grillini. Si proporrebbe con coerenza come il vero continuatore e autentico interprete della “rivoluzione” lanciata da Grillo e Casaleggio tanti anni fa. Di argomenti a suo favore ne avrebbe a iosa.
Di voci di scissioni nel Movimento in questi giorni se ne parla molto. Ma la vera scissione, quella pesante anche in termini elettorali, potrebbe farla solo lui. Che farà? Andrà in Guatemala un’altra volta oppure deciderà di fare politica? Il personaggio è imprevedibile e tutte le ipotesi sono in campo