Un imprenditore edile le cui giornate “si dividevano tra ufficio, banche, pubbliche amministrazioni e cantiere. Niente di particolarmente piacevole ed emozionante, ma scartoffie, polvere, rumore e preoccupazioni”: così Guido Rabà ci descrive chi era e com’era la sua vita prima della scelta, qualche anno fa, di trasferirsi in Venezuela, precisamente a Isla Margarita. Scherza sulla sua età definendosi “un arzillo vecchietto di 49 anni” e si confessa orgoglioso e felice del suo paese d’origine, Piombino: “Siamo gente di mare, anzi di scoglio, che con tutte le difficoltà dovute alla assoluta mancanza di diplomazia, quasi come fosse un malattia genetica, non si arrendono mai e sono leali come il sale per l’acqua di mare”.
Decidere di cambiare – Cosa l’ha portato dall’altra parte del mondo? Un lungo elenco di cose che ci racconta a costo di “sembrare banale e scontato”: il freddo (“non lo sopporto”), il clima di preoccupazione e di sfiducia che si respirava (“io sono sempre stato un avventuriero e un sognatore”), le persone che si lamentavano di tutto e tutti, le regole e i divieti (“necessari sì per il buon vivere, ma non a tal punto da sentirsi in un lager”), e infine “quella mia voglia genetica di aria di mare che, in quel periodo vivendo a Firenze, era sempre più odiosamente presente”. La decisione di cambiare vita è arrivata definitivamente un giorno, dopo una riunione con il suo commercialista per l’approvazione del bilancio: “Mi sono reso conto che guadagnavo meno dei miei dipendenti avendo in più sulle spalle una responsabilità economica, amministrativa e penale”.
I primi passi – Il cambiamento non è stato facile: “Anche se all’inizio ti innamori dei nuovi profumi, dei nuovi colori, devi integrarti in un posto dove la gente non parla la tua lingua, ha tradizioni, costumi, pensieri diversi dai tuoi e c’è sempre la preoccupazione di non aver fatto la scelta giusta, di non riuscire a superare le difficoltà giornaliere anche più banali o di non sopportare lontananza dagli affetti più cari”. Per questo la scelta del luogo per “il secondo tempo della propria vita” è fondamentale: “Trasferirsi vuol dire affrontare cambiamenti radicali, conoscere a fondo il luogo che diventerà la tua casa, saper godere del buono che trovi e sopportare il poco buono. Avventurarsi va bene, ma solo per scegliere le varie possibili mete, poi deve essere la ragione e non il cuore a comandare”. Così i primi tempi Guido faceva lunghissime passeggiate sul mare cercando risposte a quello che la sua mente voleva sapere, girando senza sosta per l’isola con una macchina a noleggio, parlando con tantissime persone e ricevendo da ognuna un consiglio, un suggerimento. Dopo quattro mesi trascorsi così, ecco l’incontro con Abby, oggi la sua compagna venezuelana, che ha trasformato le domande in risposte, le idee in concretezza.
La nuova vita – Nel tempo Guido ha creato un tour operator che ha sede in Porlamar, www.italcaribeclub.com, e che offre pacchetti vacanza e soluzioni di viaggio in Venezuela, a Panama e nelle Antille olandesi: “Un’idea nata passeggiando in una via di Playa El Agua con un amico, dal nulla, con zero capitali iniziali, solo due cellulari, un pc e molta moltissima volontà di farla diventare una realtà”. Oggi non ha più una giornata tipo: “Ogni giorno è diverso, incredibilmente vario, condiviso con amici che lavorano con me. Chiaro che l’ufficio va portato avanti, che le responsabilità sono quelle comunque di un imprenditore in azienda, ma il clima è quello goliardico di un giorno tra i banchi dell’università. Quando lavorare non è più un sacrificio, ma quasi un divertimento, la vita passa molto più serenamente. Nessuna pressione fiscale, nessun divieto di respirare, nessun orario prestabilito”. E Guido rifarebbe tutto, senza rimpianti, “magari cercando di rapire di notte i miei figli per portarli con me… Loro sono davvero quello che mi manca come l’aria ogni secondo della mia giornata”.
7 commenti
20 anni fa si son fatte tante battaglie di vita e di lavoro insieme, non molli mai eh!!!!! bravo guido!!!
un saluto ad un vecchio amico d’infanzia che ha avuto il coraggio di prendere la sua vita in mano e di non lasciarsi trasportare come una foglia al vento, complimenti e auguri
Spero proprio che con il clima attuale, la voglia di continuare a vivere nell’isola…sia stata una buona scelta. Io ho parecchi amici in Porlamar, si, sono Venezolana, ma di famiglia Piemontese, ma tutti mi sconsigliano di ritornare. Buona fortuna e in bocca al lupo….
ciao Pucci…adesso è un momento, come in ogni altra parte del mondo, dove si capisce, politicamente parlando, un pò poco…. ma si vive molto bene, senza problemi e con un clima che aggiusta tutto…ciao, a presto
vorrei contattare guido, per avere informazioni….vorrei trovare anch’io un lavoro là….non ne posso più di vivere in italia
ciao alessia …eccomi cercami pure su facebook a https://www.facebook.com/guido.italcaribe oppure alla mia mail [email protected] …. sarò felice, nei limiti di quello che posso, di aiutarti…un hasta lluego di buona fortuna
bruno e paolo che dirvi? solo vi aspetto e grazie delle belle parole….un abbraccio a tutti e due