Si chiama home staging ed è l’arte di preparare una casa, rendendola il più attraente possibile, in vista di una vendita. Negli Stati Uniti esiste dagli anni ’80, in Italia è arrivata nel 2008 ma, ad oggi, è ancora poco conosciuta. Tra i maggiori promotori di questa professione nel nostro Paese c’è Amy Lentini, esperta nel campo immobiliare internazionale, che sei anni fa ha fondato Staged Homes, Associazione Italiana Home Stager, raggruppando operatori su tutto il territorio nazionale con l’obiettivo di dar vita a uno spirito di categoria e diffondere questo tipo di attività. “Lavoro con l’associazione dal 2010 – ci racconta Lisa Petersen, architetto d’interni e responsabile per l’associazione dei progetti in-house – Quando ho iniziato eravamo una decina, oggi contiamo circa 230 soci, segno che questo lavoro sta conquistando sempre più persone e mercato”.
Nascita e risvolti della professione – L’home staging nasce nell’ambito degli immobiliari in vendita: il servizio viene offerto al proprietario che deve vendere con l’obiettivo di migliorare l’aspetto della casa e di renderla attraente per il compratore (che spesso non riesce a immaginare come potrebbe essere trasformato un ambiente), ma di farlo ovviamente con un investimento contenuto, magari con mobili di cartone, arredi di riuso o a noleggio, materiali riciclati.
“È sempre un po’ difficile convincere un venditore a investire su un immobile che venderà perché in Italia non c’è ancora questa mentalità – spiega Lisa – ma per la professione negli ultimi tempi si sono aperti nuovi canali di attività. Uno è quello degli affitti perché solitamente gli affittuari vogliono trovare una casa pronta; l’altro è quello della micro ricettività: se gli alberghi stanno subendo un deficit di affari, non è così per case vacanza e B&B, in continua esplosione”. La tariffa oraria di un home stager varia dai 30 ai 50 euro circa, il costo di una sistemazione tende invece a non superare l’1% del valore di una casa: “Abbiamo un accordo con Credipass a cui i proprietari possono rivolgersi chiedendo un prestito fino a 10.000 euro in cui rientreranno dopo aver venduto la casa”.
Come diventare un home stager – “Certo architetti e arredatori sono avvantaggiati nello svolgere questa professione, ma chiunque può fare questo lavoro. Con la nostra associazione si segue un corso di cinque giorni dove si apprendono le tecniche di home staging, le modalità per stendere un rapporto su una casa e per fare preventivi e fotografie, le strategie per lanciare l’attività e infine la pratica in cantiere. Per l’anno successivo al corso, i frequentati sono automaticamente degli associati e vengono assistiti dai soci più esperti. Hanno inoltre accesso alle nostre convenzioni con gli agenti immobiliari o con i fornitori di mobili o ancora possono usufruire di una consulenza”. L’associazione vanta professionisti in tutta Italia (eccetto in Calabria) e nel 2013, solo a Roma, ha lavorato a una trentina di progetti. Quali sono le qualità di un bravo home stager? “Dev’essere creativo nell’approccio a una casa, deve saper organizzarsi in quanto è lui che gestisce tutto, dall’annuncio all’imbianchino, e infine deve avere spirito di collaborazione perché se si fa squadra si riescono a portare a termine lavori in meno tempo e con più qualità”.