Così come un’agenzia di comunicazione deve farsi notare fra le centinaia di altre che vogliono promuovere in maniera creativa un brand o un prodotto specifico, anche un candidato per una posizione lavorativa deve distinguersi per non essere semplicemente una carta del mazzo.
Vestirsi bene, presentarsi puntuali, in maniera curata e portare il proprio portfolio oggi non è più sufficiente. La concorrenza è aumentata e trovare un lavoro è diventato più difficile. Ci si trova in competizione con altri aspiranti lavoratori preparati e anche con esperienza alle spalle. Dunque occorre farsi “ricordare” e suscitare una impressione positiva durante il colloquio.
Rosemary Haefner, Vice Presidente delle risorse umane presso CareerBuilder, sostiene che durante un colloquio il candidato non è solo oggetto ma anche soggetto dell’intervista. Senza essere scortesi né precipitosi, bisogna ritagliare il proprio spazio nella job interview e fare domande, intelligenti.
C’è sempre un momento, al termine del colloquio, in cui viene lasciata la possibilità di fare domande ma non tutti ne traggono vantaggio. Secondo i dati di una ricerca Careerbuilder su 2500 datori di lavoro, il 32% ritiene “il non fare domande” uno degli errori più gravi commessi dal candidato. Essere acuti inquisitori, non solo da la possibilità di chiarirvi le idee riguardo all’azienda e alle possibilità di crescita, ma vi metterà sicuramente in luce agli occhi degli head hunter.
Le 5 domande intelligenti da porre al colloquio di lavoro secondo Forbes (www.forbes.com), la rivista statunitense di Economia e Finanza e rilanciate in un articolo de Linkiesta (www.linkiesta.it):
Quali specifiche caratteristiche e qualità state ricercando nel candidato? Potrebbe fornirmi qualche esempio di caso aziendale su cui potrei trovarmi a lavorare? Esordendo in tal modo, mostrate interesse per la candidatura in oggetto e al contempo per il futuro della società. Puntando sulla Case History aziendale entrate in un discorso pragmatico che è ben accetto e sarà utile per comprendere se si tratta di una buona posizione. Se le attività svolte sono alla vostra portata, le caratteristiche ricercate, inutile dirlo, dovranno somigliarvi molto.
In quali ambiti, a vostro parere, l’azienda differisce rispetto ai suoi competitore? Domanda acuta che rileva un vostro preliminare interesse verso il mercato in questione e l’azienda stessa (a patto che questo lavoro ante colloquio avvenga). Vi rende attivi e finalmente soggetto dell’intervista; sarà ora il vostro head hunter a trovarsi in posizione oggetto, di presentazione e avrete l’occasione di esporre vostre conoscenze al riguardo rendendovi maggiormente attivi.
Quali sono i problemi che sta affrontando ora l’azienda? E cosa state facendo per risolverli? Domanda ardita e per i più permalosi interlocutori anche “fuori luogo”; rischiosa però potenzialmente non vi farà dimenticare. Sposta l’asse della conversazione e il vostro intervistatore ha senz’altro un’opinione al riguardo. Inoltre apre a successive domande e altri argomenti di conversazione nel caso ci si trovi in impasse.
Quali sono i livelli di carriera che intraprende una persona tramite questa posizione? Mettete subito in chiaro quali sono le vostre aspirazioni e il fatto che non sarete in azienda passivamente a scaldare la vostra postazione di lavoro e quella in mensa. Renderà chiare le vostre possibilità e la tempistica, offrendovi un quadro limpido che vi permetterà di fare confronti e valutazioni personali in vista di una scelta.
Quale sarà il prossimo step del processo di selezione? Quando pensate sarà possibile venire a conoscenza della vostra decisione finale? Sicuramente è la domanda (per chi le fa) più ricorrente nei colloqui, ma è bene farla perché sottolinea il vostro interesse per la candidatura in oggetto. Non sempre un colloquio si chiude con un vago le faremo sapere, ma spesso quell’incontro non è altro che una job preview, una prima scrematura dei candidati alla quale faranno seguito i successivi step di selezione. È bene conoscerli per non farsi trovare impreparati alla chiamata successiva.
In media un colloquio di lavoro varia dai 20 ai 45 minuti. Dipende dal vostro interlocutore in primis, quindi dall ‘interesse che suscitate e dalle personali esperienze formative e lavorative. Contatto visivo, solarità e postura corretta. Non agitarsi di continuo, né giocherellare col viso e capelli, dare una stretta di mano né debole, né troppo incisiva sono regole importanti da non dimenticare. Se sarà una job interview completa e appagante per entrambi, dipenderà anche dalla partecipazione attiva alla conversazione: domanda giusta al momento giusto.