Oltre sei milioni di persone senza lavoro e centomila giovani che hanno lasciato l’Italia negli ultimi cinque anni. E poi la situazione delle donne: aumentano le famiglie in cui sono le sole ad avere un reddito, ma l’arrivo dei figli le costringe spesso a lasciare il lavoro. Una delle cause, questa, forse, del minimo storico toccato per le nascite negli ultimi vent’anni. È questo il quadro principale che emerge dal rapporto Istat 2014 “La situazione del Paese” presentato nei giorni scorsi a Montecitorio.
La disoccupazione – Sono 6,3 milioni gli italiani senza lavoro (di cui 3 milioni e 113 mila disoccupati e 3 milioni 205 mila inattivi) tra i quali aumenta il numero di scoraggiati (1 milione 427 mila). La disoccupazione colpisce soprattutto i giovani (la percentuale di quelli senza impiego ha raggiunto il 40%) tra cui, dall’inizio della crisi, si contano sempre più Neet, ragazzi che non studiano e non lavorano (2 milioni e 435 mila). E, in generale, chi perde il lavoro rimane senza un impiego per sempre più tempo: cresce infatti di oltre il 10% dal 2008 la disoccupazione di lunga durata (ovvero le persone in cerca di lavoro da più di un anno).
Giovani (e non solo) che migrano – Sono 94 mila i giovani che hanno lasciato il Paese negli ultimi cinque anni, migrazione che si è avvertita in particolare nel 2012 con 26 mila ragazzi tra i 15 e i 34 anni espatriati (10 mila in più rispetto al 2008). Gli emigrati in totale nel 2012 sono stati 68 mila, il numero più alto degli ultimi dieci anni. Si va soprattuto in Regno Unito, Germania e Svizzera. E chi si trasferisce dall’Italia tende sempre meno a tornare (il calo nel 2012 è stato del 27,7% rispetto al 2007).
Famiglie sulle spalle delle donne – Sono sempre più numerosi i genitori disoccupati, 530 mila tra padri e madri. Si rileva anche come aumentani i nuclei famigliari in cui i breadwinner (che si potrebbe tradurre in gergo con “chi porta il pane a casa”) sono le donne perché in molti casi sono le uniche ad avere un lavoro (dal 9,4% del 2008 al 12, 2 del 2013). Mantengono comunque la maggioranza (il 26,5%) le famiglie con bredwinner uomo e questo è da ricollegarsi anche al fatto che sono sempre più numerose le madri che lasciano la loro occupazione a due anni dalla nascita di un figlio (22,3% nel 2012). E i nuovi nati sono pochissimi. Se il record minimo storico era quello del 1995, si stima che gli iscritti all’anagrafe del 2013 saranno addirittura 12 mila in meno rispetto a quell’anno, ovvero circa 515 mila.
Debole spiraglio di luce – Se, come sottolineato dall’Istat, l’Italia è uno dei Paesi con la maggiore disuguaglianza nella distribuzione del reddito primario, dall’altra parte scendono al 12,5% gli appartenenti a famiglie in condizioni di “grave deprivazione” , in totale 7,6 milioni di persone. Nel 2014 si prevede un aumento del prodotto interno lordo italiano (dovuto non più solo alle esportazioni ma anche al consumo interno) pari allo 0,6% in termini reali , dell’1% nel 2015 e dell’1,4% nel 2016.