“Tuffarsi nella vita reale della propria città”: è questo che Ploonge, startup milanese, vuole offrire ai suoi utenti. La piattaforma è un mix di eventi musicali, culturali, sportivi, iniziative di vario genere e occasioni di prendere parte, in modo attivo, alle dinamiche di una città.
Il progetto è nato dall’idea di Giorgio Bertolini (nella foto), il CEO, con alle spalle una formazione economica e un periodo di studio all’estero, all’Università di Bristol, mentre l’altro protagonista di questa realtà imprenditoriale è Alessandro Coscia (CTO), programmatore e co-fondatore del famoso Youreporter.it. La creazione di un team, l’unione e il mix delle competenze necessarie, un finanziamento importante e una visione comune: Ploonge ha mosso i primi passi a fine 2011 ed è in continua evoluzione.
La storia – “Tutto è nato da un’esigenza reale che ho avuto durante un viaggio di lavoro, mentre mi trovavo a Mosca – racconta Giorgio – Nelle ore libere che avevo durante la sera, mi dicevo: ‘Mi trovo in una città così bella, così ricca di opportunità, ma non ho uno strumento che mi mostri eventi e attività interessanti e affini a ciò che mi piacerebbe fare’. Volevo avere la possibilità di tuffarmi al meglio nella vita di quella città, ma non sapevo come fare. Da qui, da questa necessità, ha preso forma l’idea di iniziare a mettere le basi per Ploonge, che prende il nome proprio dal verbo inglese ‘to plunge’, che significa ‘tuffarsi’.
E, contemporaneamente, sentivo anche il bisogno di dedicarmi in modo totale a questa realtà imprenditoriale: questa scelta mi ha portato a lasciare il mio primo posto di lavoro, con un contratto a tempo indeterminato e delle buone possibilità di carriera. Però, sono sempre stato uno spirito libero e ho sempre avuto il desiderio di dare vita a qualcosa di mio e la decisione di buttarmi in una sfida personale non è stata così complicata. Successivamente, il viaggio a San Francisco, vivendo l’esperienza di Mind The Bridge, mi ha permesso di conoscere il mio socio, Alessandro Coscia, che ha abbracciato da subito la mia idea e con il quale, una volta tornati, in Italia, ho intrapreso la strada che ci ha portati alla realizzazione di Ploonge. Negli ultimi mesi, inoltre, si è unito al nostro gruppo di lavoro anche Marco Gualtieri, che è stato il fondatore di Ticket One. Con lui Ploonge ha visto una reimpostazione e tra pochi mesi si potranno vedere i primi risultati.”
Cosa significa avviare un’impresa – “Mollare il proprio lavoro per avviare una propria attività, per me si è trattato di qualcosa che è avvenuto in modo naturale e, se devo essere sincero, non ci sono stati ragionamenti molto razionali alle spalle: è qualcosa che sentivo dentro, un’esigenza. Ho fatto un tuffo da una scogliera, senza avere acqua sotto di me, come avviene per tutti coloro che avviano una startup partendo da zero. E non è mai razionale tuffarsi di testa da una scogliera, senza certezze: a quel punto, mentre sei in volo devi cercare di creare acqua sotto di te, per non farti male. Bisogna essere pazzi? Forse sì, ma sicuramente l’elemento principale è la passione ed è importante essere predisposti per affrontare una situazione di questo genere, mettendosi in gioco, rinunciando a molte cose, essendo disposti ad affrontare dei sacrifici.
Non è sempre facile, soprattutto all’inizio, quando ti scontri contro la burocrazia italiana, che non aiuta – per tempistiche e velocità – chi vuole pensare solo a realizzare il prima possibile il suo progetto. Altri aspetti delicati e complessi, inoltre, sono rappresentati dalla costruzione del team, che si basa sulla ricerca delle figure professionali ideali, che abbiano voglia di fare la differenza, senza accontentarsi”.
Consigli a un giovane “aspirante” imprenditore – “Credo che ci sia uno step importante da fare ancora prima di dare forma a un’impresa – conclude Giorgio – Se una persona ha un’idea è giusto che abbia voglia di iniziare subito, ma è fondamentale anche dedicare del tempo per pensare a quello che vuole creare, mettendo delle fondamenta molto solide su cui costruire. Una volta messi questi pali, che possono essere principi di metodologia del lavoro o dei paletti su come dovrà essere il suo prodotto, allora può pensare di iniziare qualcosa di concreto. Infine, mai sottovalutare l’importanza della creazione di un buon team, perché è questo l’elemento che rappresenta l’anima di un progetto: chi vuole realizzare qualcosa, deve circondarsi di persone che come lui abbiano il desiderio di mettersi in gioco e di rischiare, capendo che non si è da soli, ma che si fa parte di una squadra. E solo così si può pensare di andare lontano”.