Si chiama Professional Organizer, è una figura che arriva dagli Stati Uniti (dove ormai è una realtà da diversi decenni), ma ora sta prendendo piede anche in Italia e l’associazione Apoi www.apoi.it (fondata meno di un anno fa) ne è la conferma. In una parola chi svolge questa professione si occupa di organizzazione. Di cosa? Di un cellulare, di un pc, di una scrivania, di un’azienda, di una casa, di qualsiasi cosa in cui ci sia bisogno di fare ordine (anche solo a livello mentale o dello stile di vita). E non si tratta di un’incontenibile mania di precisione, di un’ossessione, ma il tutto è volto allo scopo di aiutare il cliente a vivere più rilassato, sereno, e di facilitarlo nel raggiungimento dei suoi obiettivi. Per capirne di più abbiamo intervistato Sabrina Toscani, Presidente di Apoi.
Come è arrivata la figura di PO in Italia?
Posso dire di essere stata una delle prime a occuparsene. Nella vita lavoravo nell’ambito dell’organizzazione aziendale, poi tre anni fa ho scoperto l’esistenza all’estero della professione di Organizer. Ho iniziato a documentarmi leggendo diversi libri e intanto ho conosciuto persone che già si dichiaravano PO, altre che non si definivano tali, ma che di fatto lo erano. Così, l’anno scorso, siamo giunti alla fondazione dell’associazione che ha lo scopo di dare al Professional Organizer la valenza di un vero e proprio lavoro, di condividere le esperienze tra professionisti, di formane di nuovi e di diffondere la conoscenza di questa figura.
Come si diventa PO?
Chi vuole avvicinarsi a questo mestiere può contattare la nostra associazione che, dopo aver valutato le motivazioni di ogni candidato, mette a disposizione dei corsi di formazione on line. Il primo passo per iniziare a lavorare è costruirsi un proprio sito e trovare un gruppo di clienti: in questo caso parliamo di PO Junior. Si diventa PO Senior quando, raggiunta una certa esperienza, si inizia a svolgere la professione con Partita Iva e si ottiene visibilità sul nostro sito.
Quali sono i requisiti che deve avere un bravo PO?
Per diventare Professional Organizer occorre avere intanto una predisposizione naturale all’organizzazione, poi servono alcune competenze trasversali. Dal momento che il cliente si apre al PO rivelandogli le sue problematiche e questi deve intervenire in ambiti molto personali che cambiano la quotidianità della persona, bisogna possedere anche una certa empatia e una buona capacità di ascolto.
Quali sono le tariffe di un PO?
Su questo stiamo ancora lavorando. Diciamo che dipende molto dal tipo di intervento, su quali ambienti e per quanto tempo è richiesto. Per fare qualche esempio, per mezza giornata di lavoro, si possono chiedere 300-400 euro in un’azienda e 200 euro in un casa.
Quali sono le regole tecniche che un PO deve seguire in generale nel suo lavoro?
Una è la regola del bersaglio: nel riorganizzare una cucina, per esempio, gli oggetti che il cliente usa più frequentemente devono essere poste a portata di mano. Non è una cosa così scontata, molte persone non si accorgono che potrebbero migliorare la loro gestualità quotidiana posizionando meglio le cose che utilizzano. O ancora, il nostro motto è “Less is more”: meno cose si hanno, meno tempo perdiamo ad occuparcene, invece spesso accade che si tengano degli oggetti che non ci servono solo per abitudine o affezione.
Perché una persona dovrebbe richiedere l’intervento del PO?
La nostra convinzione è che le ore a disposizione in una giornata non si possano aumentare e che dunque occorra trovare il modo per organizzare il tempo al meglio. In questo modo si migliora la qualità della vita diminuendo la quantità di stress, ritrovando il proprio equilibrio e massimizzando le proprie risorse. Insegniamo per esempio a gestire l’enorme mole di informazioni che ci arrivano quotidianamente dalle mail, dai social, a essere più efficaci nel parlare con una persona, o ancora aiutiamo a riorganizzare uno spazio in modo che diventi il più funzionale possibile.
E a chi sostiene invece che a fare ordine si perde tempo, mentre il disordine è sintomo di creatività cosa direbbe?
Il disordine creativo esiste, ma prima necessita di ordine. Esempio: se su una scrivania hai dello spazio per lavorare, puoi iniziare a ragionare, a concentrarti sul tuo progetto, a fare un brainstorming. Se invece parti già dal disordine, la tua concentrazione diminuisce e aumenta l’ansia.
Perché consiglierebbe questa professione?
È un lavoro che ti dà una grande libertà, ti permette di gestire i tuoi tempi e, inoltre, essendo ancora poco diffuso,ti dà la possibilità di costruirti una carriera su qualcosa di nuovo.