(Labitalia) – “Una terapia d’urto per un mercato del lavoro infartuato” con le novità dei mini jobs e degli starting workers. E’ quella che, attraverso il senatore e giuslavorista Pietro Ichino, Scelta Civica presenterà questa settimana al presidente del Consiglio, Enrico Letta, insieme alle proposte su fisco, scuola, università e ricerca. L’obiettivo, spiega lo stesso Ichino sul suo sito, è quello di “abbattere il muro che impedisce a domanda e offerta di incontrarsi, creando subito centinaia di migliaia di posti di lavoro regolari con un contratto a tempo indeterminato snello e meno costoso”.
Tra le proposte che avanzerà al premier Scelta Civica, ci saranno la sperimentazione biennale, in funzione di Expo 2015 e dell’accelerazione della ripresa economica, di un contratto più snello e meno costoso, con starter workers e mini-jobs; lo sfruttamento dei giacimenti occupazionali inutilizzati e riduzione della spesa per gli ammortizzatori sociali; l’occupazione aggiuntiva nel settore dei servizi alla famiglia e alle comunità locali.
Sui contratti più snelli legati all’Expo 2015, dice Ichino, “proponiamo di mettere per 2-3 anni a disposizione di imprese e lavoratori inoccupati e disoccupati un rapporto di lavoro a tempo indeterminato a protezione crescente, molto flessibile soprattutto nel primo biennio, sul quale concentrare le misure di abbattimento del cuneo fiscale e contributivo”. Un’innovazione, spiega il giuslavorista, che si potrà realizzare grazie a un accordo interconfederale promosso dal governo (“volto a consentire per le nuove assunzioni uno shock positivo sul fronte del costo retributivo minimo e della riduzione dei vincoli organizzativi”) e da un intervento sul piano fiscale che incoraggi sia inoccupati, disoccupati e scoraggiati a riattivarsi sia le imprese ad avvalersi del nuovo strumento.
A Bari sarà lo stesso viceministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, a ricordare le opportunità per le imprese derivanti dall’apertura verso i mercati internazionali. Calenda ha già ricordato che in Italia ci sono “oltre 70.000 aziende che hanno le potenzialità per esportare ma non lo fanno o lo fanno solo occasionalmente”.
“L’obiettivo di questo Roadshow – ha spiegato – è di aumentare di 22 mila unità il numero delle imprese stabilmente esportatrici. Dopo il successo della prima tappa del Roadshow, tenutasi in un distretto storico del manifatturiero italiano, replichiamo la formula in una delle realtà meridionali a più alta intensità manifatturiera e più forte vocazione esportatrice. Faremo un’analisi degli aspetti critici e dei punti di forza dell’economia pugliese e spiegheremo alle aziende quante e quali sono le opportunità da cogliere adesso per uscire dalla crisi”.
L’appuntamento di Bari sarà anche l’occasione per approfondire i temi del nuovo ‘Piano Export Sud’, gestito e coordinato dall’Ice-Agenzia. Il programma prevede, a partire dalle ore 9, gli interventi di Francesco Sgherza, presidente Confartigianato Bari, e di Carlo Calenda. A seguire, Antonio Olivieri, docente di pratica dell’export e internazionalizzazione delle Pmi, e Massimo Lentsch, presidente Co.Mark. Sono poi previsti gli interventi di Riccardo M. Monti, presidente Ice-Agenzia, Massimo D’Aiuto, amministratore delegato Simest, Giovanni Castellaneta, presidente Sace, e Loredana Capone, assessore allo Sviluppo Economico Regione Puglia. Antonio Coli, delle Ceramiche Coli, raccontera la sua storia imprenditoriale di successo. Le conclusioni saranno affidate ad Alessandro Ambrosi, presidente della Camera di commercio di Bari.