Il professionista dei beni culturali avrà un suo status. Forse. La scorsa settimana, è stata approvata dall’Aula della Camera dei Deputati la proposta di legge sul riconoscimento dei Professionisti dei Beni Culturali, con un provvedimento intitolato “Disposizioni recanti modifiche al codice dei beni culturali e del paesaggi”.
Si tratta di una legge che consentirà, se confermata dal Senato, di riconoscere la qualificazione, la dignità e i diritti per migliaia di professionisti che ogni giorno si occupano del patrimonio culturale: archeologi, archivisti, bibliotecari, diagnosti, restauratori e tanti altri. Cosa ne pensano le associazioni di categoria di questa novità?
Punto di partenza – La Repubblica Italiana, all’art. 9 della Costituzione tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione, ma – dicono dalle associazioni – non può esserci alcuna tutela se non si riconoscono e non si valorizzano le competenze e la professionalità degli specialisti che se ne prendono cura ogni giorno. “Siamo le sentinelle del patrimonio culturale italiano, dell’identità storica di questo Paese, senza di noi la stessa sopravvivenza del patrimonio storico e artistico è a rischio”, ci ha ricordato Salvo Barrano, presidente dell’Associazione Nazionale Archeologi.
Di chi parliamo – Archeologi, archivisti, bibliotecari, restauratori, senza dimenticare chi gestisce e promuove i territori e le guide turistiche: sono circa 10mila professionisti che negli ultimi dieci anni, nonostante i tagli, hanno mantenuto in piedi il nostro ricco patrimonio culturale. Considerando poi che da circa 20 anni il ricambio di risorse umane è sostanzialmente bloccato. Vi avevamo raccontato la situazione della categoria in questo articolo.
Percorso – L’approvazione da parte della Camera di questa proposta di legge è avvenuta al termine di un percorso avviato dall’Associazione Nazionale Archeologi già nel giugno del 2008 con la prima manifestazione degli archeologi italiani, per chiedere regole e riconoscimento. Da allora si sono avvicendati diversi Governi e gli archeologi sono sempre scesi in piazza per chiedere il riconoscimento della loro professionalità.
“Siamo scesi in piazza nel 2008, con il Governo Berlusconi, poi nel 2012, con il Governo Monti e infine due settimane fa insieme a tutti gli altri professionisti dei beni culturali, con il Governo Letta, perché riteniamo inaccettabile che a quasi quarant’anni dall’istituzione del Ministero dei Beni e le Attività Culturali, non si siano ancora riconosciuti i profili professionali nei Beni Culturali – continua Barrano – . La proposta di legge, una delle poche d’iniziativa parlamentare, se approvata dal Senato, rappresenterebbe un segnale di attenzione al mondo dei beni culturali, che rivendica lo spazio che merita in un paese come l’Italia, dove la cultura produce oltre il 5% della ricchezza del paese”.
Attesa – Non resta che aspettare le mosse del Presidente del Senato e delle forze parlamentari che ora dovranno garantire l’approvazione rapida di un provvedimento che darebbe risposte concrete a favore della buona occupazione dell’intero settore.