(AGI) – La crisi economica non è l’unica responsabile della disoccupazione giovanile. Il 40%, in Italia, ha una natura strutturale e affonda le sue radici nello scarso dialogo tra sistema educativo e sistema economico. E’ quanto emerge dalla ricerca condotta da McKinsey & Company ‘Studio ergo Lavoro’, presentata lo scorso 28 gennaio a Palazzo Mezzanotte a Milano.
Dunque, secondo McKinsey, le cause del problema della disoccupazione giovanile (tra i 15 e i 29 anni) sono solo in parte riconducibili alla crisi, e partendo da questi presupposti, ha elaborato un piano di intervento di sistema, costituito da iniziative nazionali, che prevedono anche adeguamenti legislativi e normativi, e iniziative mirate sul territorio. Alla presentazione del piano è intervenuto Enrico Giovannini, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Ivanoe Lo Bello, vice presidente per l’Education di Confindustria, Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda, e in collegamento video anche Maria Chiara Carrozza, ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
La ricerca – I risultati della ricerca condotta da McKinsey & Company evidenziano come il fenomeno della disoccupazione giovanile sia radicato nel nostro Paese da lungo tempo e abbia natura strutturale: negli ultimi vent’anni, infatti, la probabilità per un giovane sotto i 30 anni di essere disoccupato è 3,5 volte superiore alla popolazione adulta (la media europea si attesta a 2). La componente strutturale rappresenta circa il 40% del tasso di disoccupazione giovanile complessivo (oggi al 28% tra gli under 30) e affonda le sue radici nel disallineamento tra capitale umano formato dal sistema educativo e necessità attuali del sistema economico del Paese.
Tre cause sono all’origine della difficile transizione dei giovani dalla scuola al mondo del lavoro: sbilanciamento quantitativo tra domanda delle imprese e scelte dei giovani; carenza di competenze adeguate ai bisogni del sistema economico; inefficacia dei canali di supporto alla ricerca del lavoro.
La proposta – Il piano d’intervento elaborato da McKinsey – organizzato in 6 aree di azione e 16 iniziative – prevede una stretta collaborazione tra pubblico e privato ed è frutto dello scambio di idee e suggerimenti raccolti negli ultimi mesi con esperti, aziende, associazioni di categoria, operatori attivi nel collocamento dei giovani sul mercato del lavoro, scuole, pubblica amministrazione centrale e locale. “Si tratta di un programma ampio, strutturato e di durata pluriennale. L’obiettivo è portare a scala le esperienze di successo già testate altrove, sia in Italia sia all’estero, coinvolgendo i giovani, le famiglie, le scuole, le imprese, le associazioni di categoria e i canali di collocamento presenti sul territorio”, ha commentato Roberto Lancellotti, senior partner McKinsey & Company e coordinatore della ricerca ‘Studio ergo Lavoro’ in Italia.
“L’iniziativa ‘Studio ergo Lavoro’ – ha commentato Leonardo Totaro, Managing Director McKinsey & Company Mediterraneo – ha l’obiettivo di facilitare la transizione tra istruzione e occupazione in maniera strutturale e sostenibile nel tempo. Questo risultato si può conseguire soltanto se tutti gli attori coinvolti decidono di impegnarsi. Da parte nostra siamo intenzionati ad aprire le 16 iniziative individuate alla collaborazione di istituzioni, associazioni, scuole e aziende, e determinati a sostenerle nella realizzazione”.