Quando si perde il lavoro due sono le priorità: un’indennità di disoccupazione che copra la mancanza di reddito improvvisa e trovare un altro lavoro. La prima priorità va sotto il nome di politiche passive del lavoro, la seconda sotto il nome di politiche attive. Ed è proprio su questo secondo capitolo che il nostro Paese è molto indietro. Non abbiamo, ad oggi, efficaci politiche di ricollocazione dei disoccupati. I Centri per l’Impiego pubblici fanno acqua da tutte le parti e chi cerca un lavoro è spesso lasciato solo.
Molte iniziative, sia a livello regionale che nazionale, stanno puntando a rilanciare le nostre politiche attive. La tendenza è quella di valorizzare il coinvolgimento delle Agenzie per il Lavoro (private), di riconoscere un premio economico all’Agenzia che trova effettivamente un lavoro al disoccupato e di condizionare l’indennità di disoccupazione all’accettazione di qualsiasi lavoro venga offerto.
Il contratto di ricollocazione – In questo trend s’inserisce la sperimentazione del contratto di ricollocazione. Lo Stato mette a disposizione delle Regioni, che sono le titolari dei servizi per l’impiego, lo strumento. Di conseguenza, sta alle Regioni decidere autonomamente se istituire o meno il contratto di ricollocazione. La Regione che decide di attivarlo, istituisce un voucher che serve a coprire il costo delle attività di outplacement, ossia di un servizio specializzato e qualificato nella ricollocazione delle persone. Il lavoratore decide autonomamente a quale Agenzia rivolgersi, tra quelle accreditate in Regione. Il voucher è a sua volta suddiviso in una parte economica fissa, di importo modesto, e una parte molto più consistente che verrebbe riconosciuta all’Agenzia solo nel caso in cui trovi effettivamente un nuovo lavoro al disoccupato. Quest’ultimo, tuttavia, è in qualche modo incentivato ad accettare qualsiasi tipo di lavoro venga offerto, pena la riduzione o la sospensione dell’indennità di disoccupazione. In questo modo, si crea un legame stretto tra politiche passive e politiche attive del lavoro.
Il premio economico – Per evitare che le Agenzie per il lavoro si concentrino solo sulle persone più facilmente ricollocabili, tralasciando quelle con maggiori difficoltà, l’entità economica del voucher cambia a seconda del grado di collocabiltà del disoccupato: maggiore è la difficoltà maggiore sarà il premio economico, e viceversa. Si instaura, così, un positivo regime di concorrenza tra le Agenzie che dovrebbe garantire un efficace utilizzo dello strumento e con i Centri per l’Impiego pubblici.
Il tutor – Per ogni disoccupato l’Agenzia individua un tutor con il compito di seguirlo in tutti i passaggi dell’attività di riqualificazione e ricollocazione. In più, l’impresa che licenzia, può partecipare al piano di ricollocazione garantendo una maggiorazione economica dell’indennità di disoccupazione.
Le risorse – Il noto giuslavorista Pietro Ichino, padre della proposta, ha calcolato i costi dell’operazione. Ipotizzando che per una Regione si riescano ad attivare 10 mila contratti di ricollocazione e quantificando il valore del voucher da un minimo di 2 mila euro ad un massimo di 4 mila, la spesa complessiva sarebbe di circa 30 milioni. Questi soldi verrebbero coperti, in parte, dalla spostamento delle risorse spese in progetti di formazione inutili, con il risparmio sulla spesa della Cassa integrazione straordinaria e con le risorse del Fondo Sociale Europeo, di cui spendiamo solo il 40% per mancanza di requisiti e che un meccanismo simile ci permetterebbe di bypassare.
La proposta è, a mio avviso, molto interessante e indica la strada che le politiche attive del lavoro dovrebbero percorrere. Il primo passo è stato fatto, l’importante è non fare passi indietro. Si attende, ora, il decreto attuativo da parte del Ministero del Lavoro che dovrebbe arrivare entro il 30 marzo.
13 commenti
Interessante e chi l’ha perso più di qualche anno fa, può anche suicidarsi
Alex, le politiche attive del lavoro prevedono la ricollocazione di chi è senza lavoro in generale, compresi i disoccupati di lunga durata. Il punto è fare in modo che queste politiche non siano più sperimentali ma diventino la normalità.
carissimo @filippo nardi io sono disoccupato da 2 anni ma senza nessuna retribuzione di disoccupazioe siccome ex artigiano secondo lei mi tocca anche a me questa nuova legge che faranno .? la rinrazio tanto se mi fara” sapere.:)
Gentile Mario, se non ho capito male lei è un ex-artigiano e quindi lavoratore autonomo, giusto? In questo caso, purtroppo, per i lavoratori autonomi non è ancora riconosciuta l’indennità di disoccupazione se non in alcuni casi specifici. Tuttavia, lei oggi risulta disoccupato e quindi iscritto al centro per l’impiego immagino. Credo, se nella sua Regione sarà attivata questa sperimentazione, che potrebbe averne diritto. Uso il condizionale perché siamo ancora in fase di sperimentazione e le regole potrebbero variare da Regione a Regione. Lei dove risiede?
mi scusi x il ritardo sig. filippo ma pensavo che mi avvisassero’ tramite mail quando mi rispondeva x questo la rispondo in ritardo. allora risiedo in gonzaga prv di mantova magari se potreste controllare voi che siete sicuramente molto esperto in questo me lo faccia sapere, vi ringrazio anticipamente , ah dimenticavo le ho mandato un mess. privatamente lo so che ‘ difficile x lei ma son veramente disperato , se mi puo’dare una mano mi faresteun favore enorme, la saluto a risentirci a presto
Signor Mario, a questo punto le consiglio di rivolgersi al Centro per l’Impiego di Mantova, in cui dovrebbero inserirla nel progetto di Dote Unica lavoro della Regione Lombardia. Le chiedo gentilmente di rivolgersi a loro e di tenerci informati sull’esito di questo incontro, in modo da dare visibilità alla sua situazione e soprattutto all’effettivo funzionamento di questi Centri. Le ho risposto anche in privato. Saluti
ho visto , le voglio fare un altra domanda se e’ possibile , anche se vado in una qualsiasi agenzia interinale ci posso chiedere x questa dote lavoro.? o solo centro impiego .? grazie ancora
A questo link potrà trovare molte informazioni operative. Il sistema della dote unica è gestito dai soggetti accreditati presso la Regione, quindi anche privati. Le consiglio di partire da questo link e eventualmente farsi dare le informazioni preliminari dal Centro dell’Impiego di Mantova.
http://www.regione.lombardia.it/cs/Satellite?c=Attivita&childpagename=Cittadini%2FWrapperBandiLayout&cid=1213631625415&p=1213631625415&packedargs=menu-to-render%3D1194454788040&pagename=CTTDNWrapper
Link articolo di KONGnews su Dote Unica lavoro:
http://www.kongnews.it/politica-del-fare/cose-la-dote-unica-lavoro-della-regione-lombardia/
CHI PUO CHIEDERE QUESTO CONTRATTO ?? CI SONO LIMITI DI ETA? POSSONO AVERLO ANCHE QUELLI CHE HANNO GIA AVUTO DISOCCUPAZIONE E MOBILITA?
GRAZIE
PAOLA
INTENDO IL CONTRATTO DI RICOLLOCAZIONE
GRAZIE PAOLA
Per adesso siamo in una fase di sperimentazione del contratto quindi non è rivolto a tutti in questa fase per la limitatezza delle risorse a disposizione. A regime non credo sia un contratto con dei limiti di età o altro. Sarà una possibilità per tutti coloro che perderanno il lavoro e si trovano nello stato di disoccupazione.
Saluti
Avete completamente dimenticato che in italia da oltre 25 anni esistono le societa di outplacement, che in maniera professionale si occupano di ricollocare le persone.
Ogni riferimento lo trovate nel sito dell A.I.S.O
Associazione Italiana Societa di Outplacement
Franco Faoro
Presidente del comitato etico di AISO
Gentile signor Faoro,
sono convinto che l’outplacement sia un’attività da sviluppare al massimo nel nostro Paese e che nella ridefinizione delle politiche attive anch’esse debbano essere valorizzate. Ad oggi, purtroppo, l’outplacement è ancora marginale rispetto alle sue potenzialità. E’ un tema che seguiremo e che approfondiremo nei notti articoli nelle prossime settimane.