L’Ufficio Studi di Confcommercio ha compiuto un’analisi sull’andamento dell’occupazione femminile, sia dipendente che indipendente, e l’impatto di queste sia a livello economico che sociale. In Italia il tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro è pari al 48,2% contro il 59,6% della media dell’Unione Europea: con un tasso di partecipazione femminile pari a quello europeo in Italia avremmo 2,3 milioni di occupate in più, quindi un aumento del PIL, ma anche un aumento demografico. Paesi come Danimarca, Svezia e Islanda hanno un indice di fertilità medio dell’1,7% rispetto all’1,2 dell’Italia e hanno un tasso di partecipazione femminile al lavoro compreso fra il 70 e il 77%. Inoltre, considerando complessivamente la componente femminile dipendente ed indipendente del mercato del lavoro, questa nel quadriennio 2019-2023 è cresciuta del 13,3% contro il 10,2% del totale (uomini + donne) e nel terziario di mercato la crescita è più accentuata (+15,8%); di 1,85 milioni di posti di lavoro creati negli ultimi quattro anni, poco più della metà sono lavoratrici e nel terziario di mercato oltre il 60% dei nuovi occupati sono donne. Il terziario di mercato è infatti è il settore di elezione delle imprese femminili, in particolare per le imprese che si affacciano sul mercato, che rispetto alle imprese gestite da uomini presentano una maggiore concentrazione nel settore dei servizi, il 66,9% contro il 55,7%. In Italia le imprese guidate da donne costituiscono il 22,21% del totale delle imprese. Nel solo commercio le imprese guidate da donne incidono per il 24% sul totale del settore.
Anna Lapini, Presidente del Gruppo Terziario Donna Confcommercio
Commentando i risultati dell’indagine dell’Ufficio Studi, la presidente di terziario Donna, Anna Lapini, ha sottolineato che “la parità di genere è un obiettivo che deve essere raggiunto nell’interesse di tutti e da tutti insieme è giusto perseguirlo. Il ruolo delle imprese femminili e delle imprese del terziario è quello di contribuire alla crescita dell’occupazione femminile, e quindi allo sviluppo economico e sociale del nostro Paese, ma anche di incentivare l’autonomia economica delle donne – che non mi stancherò mai di ripeterlo è il primo argine contro la violenza di genere. Per questo celebriamo il #ilnostro8marzo con lo slogan Ogni impresa femminile è un passo avanti verso l’uguaglianza“.
Fipe, oltre 600mila donne attive nella ristorazione
“Celebrare la Giornata internazionale della Donna vuol dire onorare e riconoscere il ruolo attivo che le donne ricoprono come propulsore della società e del mondo produttivo. Ad oggi, il settore della ristorazione conta oltre 600mila donne attive e 96mila imprese a conduzione femminile, pari all’8% delle imprese femminili nel terziario, sul totale di 1 milione e 242 mila in Italia. Come Fipe ci impegniamo ogni giorno a sostenere l’empowerment femminile attraverso iniziative e progetti condivisi come SicurezzaVera, in collaborazione con la Polizia di Stato, molteplici percorsi di formazione, coaching e workshop specifici per sviluppare e rafforzare la cultura d’impresa al femminile. Programmi e attività che stanno portando ottimi risultati nella diffusione delle tematiche afferenti alla cultura di genere”: così Valentina Picca Bianchi, presidente del Gruppo Donne Imprenditrici di Fipe-Confcommercio. “Per sviluppare ulteriormente l’imprenditoria femminile, è necessario lavorare sulla costruzione di una cultura di genere condivisa, mirata a creare consapevolezza e sensibilizzare rispetto agli ostacoli e alle complicazioni che ancora oggi una donna trova nel percorso che la porta a fare impresa. Auspico che si arrivi all’adozione di una visione paritaria e di uguaglianza tra donne e uomini. Si può e si deve fare di più”, ha concluso.