Arriva in Italia La seconda onda, il libro di Arthur C. Brooks che ha conquistato gli Stati Uniti: al primo posto della classifica del New York Times, bestseller amato da lettori e lettrici oltreoceano, finalmente tradotto e portato in Italia grazie ad Aboca Edizioni.
Cosa vuol dire cavalcare la seconda onda? Secondo Brooks – docente ad Harvard, autore di numerosi libri, editorialista del “The Atlantic” – significa “passare da un ambito che premia l’intelligenza fluida a un altro che premia l’intelligenza cristallizzata. Imparare a sfruttare la saggezza”. Come fare? Il primo passo è riconoscere che tutti invecchiamo. Col passare degli anni cambiano i nostri corpi, ma anche le nostre menti: il nostro modo di pensare, le nostre capacità, le nostre opportunità. E una volta entrata negli –anta, la maggior parte delle persone cerca di negare questo cambiamento, continuando a replicare inutilmente gli sforzi giovanili.
Brooks, appoggiandosi alle teorie di Raymond Cattell, ci spiega che la prima parte della nostra vita è caratterizzata da un’intelligenza fluida: “quella che normalmente consideriamo intelligenza grezza, e i ricercatori hanno scoperto che è associata alle capacita di lettura e di calcolo. Gli innovatori di solito hanno un’abbondanza di intelligenza fluida”. I giovani che sfondano fanno affidamento su questo tipo di intelligenza. Imparano in fretta, si concentrano su quello che conta ed escogitano soluzioni.
È la ragione per cui la maggior parte dei “geni” e degli scienziati hanno compiuto le loro scoperte più importanti nella prima metà della propria vita: Charles Darwin, Linus Pauling, Paul Dirac analizzando l’età dei vincitori dei premi Nobel, si nota che “le possibilità di compiere una scoperta importante aumentano regolarmente nel corso della ventina e della trentina, per poi ridursi drasticamente nei quaranta, cinquanta e sessanta. Inutile dire che ci sono eccezioni. Ma la probabilità di imbattersi in un’innovazione importante a settant’anni equivale in sostanza a quella che si ha a vent’anni: attorno allo zero”.
Non vale solo per la scienza, Brooks riporta in che modo cambiano le capacità degli sportivi professionisti, di chi opera nel settore finanziario, di chi ha un mestiere creativo. Ecco allora che cavalcare la seconda onda vuol dire passare da un ambito che premia l’intelligenza fluida a un altro che premia l’intelligenza cristallizzata. Imparare a sfruttare la saggezza. Se molti grandi pensatori, scienziati, leader, atleti, hanno vissuto con frustrazione l’incapacità di replicare in età adulta i successi della giovinezza, è perché non hanno capito che la seconda metà della vita è governata da regole diverse.
Arthur C. Brooks porta ad esempio la storia di J. S. Bach, uno dei più grandi geni della storia della musica. Compose i suoi più grandi capolavori nella prima metà della vita, fino a essere “superato” per fama, finché era in vita, dal figlio Carl Philipp Emanuel. Accettò il cambiamento e si mise a servizio: “Sperimentò un declino professionale come innovatore musicale, ma lungi dal sentirsi frustrato o depresso, concluse la sua vita come padre felice e reinventò sé stesso come maestro”. Bach, cioè, sfruttò la cosiddetta intelligenza cristallizzata che, “contando su una riserva di conoscenza, tende ad aumentare con l’età dopo i quaranta, cinquanta, sessanta”.
Nella mezza età, molti iniziano a scoprire che il successo diventa sempre più difficile da raggiungere, le ricompense sono meno soddisfacenti e i rapporti familiari potrebbero inaridirsi. Per reagire, fanno quello che ci si aspetta da loro: lavorano ancora di più nel tentativo di evitare il declino e negano quei cambiamenti intellettuali e fisici che stanno diventando sempre più evidenti. Il risultato? Rabbia, paura e delusione in un momento della vita che immaginavano sarebbe stato pieno di gioia, soddisfazione e orgoglio. Burn-out, depressione, workhaolism sono solo alcuni degli effetti di una mancata presa di coscienza.
Arthur Brooks rivela che per cavalcare la seconda onda è necessario disintossicarsi dalla dipendenza da successo e ripensare a cosa, veramente, ci dà soddisfazione. Solitamente si è portati a pensare che “Soddisfazione = Ottenere quello che si vuole”: ma è un assunto falso, che conduce all’infelicità e alla frustrazione. Lo stesso Brooks ha attraversato una fase simile: al culmine della sua carriera, alla vigilia dei cinquant’anni, aveva raggiunto tutti gli obiettivi che si era prefissato, eppure non si sentiva appagato. Ha intrapreso, quindi, un percorso per scoprire come convertire le possibili delusioni future in opportunità di crescita personale, elaborando un piano strategico per vivere una seconda metà della vita più felice e significativa della prima.
Ha studiato le biografie di alcune delle persone di maggior successo della storia, ha attinto alle scienze sociali, alla filosofia, alle neuroscienze, alla teologia e alla saggezza orientale, ha intervistato capi di stato ma anche donne e uomini comuni. Una ricerca sterminata e resa accessibile a tutti, che parte da Marco Aurelio e arriva a Thoreau, dal Vanaprashta induista alla mitologia greca, da Paolo di Tarso a Tommaso D’Aquino, da Dante a David Foster Wallace. Un lungo percorso che ha portato Brooks a sviluppare una propria ricetta. La conclusione? La felicità è alla portata di tutti, a tutte le età. Imparando a rifocalizzare le nostre priorità e le nostre abitudini, esplorando la saggezza profonda, il distacco dalle ricompense materiali, la connessione, il servizio nei confronti degli altri e lo sviluppo spirituale, saremo pronti per una vita più consapevole e gratificante, in una parola: felice.