Pur equiparando i professionisti alle imprese, il testo lascia troppo spazio ad interpretazioni restrittive che potrebbero causare applicazioni inique e alterazioni del sistema della libera concorrenza.
In particolare, l’art. 2 della delega stabilisce che: “il principio secondo cui la qualificazione di professionista non osta alla possibilità di usufruire di specifiche misure incentivanti ove ne ricorrano i presupposti e ove previsto”.
“Non possiamo correre il rischio di escludere i professionisti dagli incentivi rivolti alle imprese-dichiara il Presidente del CoLAP Nicola Testa– non se lo possono permettere i professionisti e non può permetterselo il mercato del lavoro italiano”
La Raccomandazione della Commissione Europea n. 2003/361/CE del 2003 considera «impresa» qualsiasi entità, «a prescindere dalla forma giuridica rivestita, che svolga un’attività economica, incluse in particolare le entità che svolgono un’attività artigianale o altre attività a titolo individuale o familiare, le società di persone o le associazioni che svolgono regolarmente un’attività economica»
“In Europa hanno capito che professionisti e imprese sono la stessa cosa -continua il Presidente Testa- e lo hanno capito da vent’anni. In Italia abbiamo avuto un’apertura su questo fronte durante la pandemia con i bonus, ma quello di cui abbiamo bisogno sono anche, ma non solo, incentivi sulla formazione che permettano ai professionisti Legge 4/2013 di investire sulle proprie competenze, unica arma per competere sul mercato. Il testo della delega a nostro avviso deve essere corretto – conclude Testa – per evitare che si vada a creare il caos in fase di attuazione”