“Un urgente rilancio della produzione e dell’occupazione”. A chiederlo al Governo è la Fim Cisl, attraverso il suo leader nazionale Roberto Benaglia e il segretario Valerio D’Alò, dopo l’emendamento in sede di conversione del decreto – legge n. 69 del 2023 (cosiddetto decreto – legge salva infrazioni) in materia di amministrazione straordinaria delle grandi imprese, che riguarda gli stabilimenti industriali dichiarati di interesse strategico nazionale, presentato oggi al Senato dal Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto. Lo riporta in una nota la Fim Cisl.
“Prendiamo atto di questo ulteriore passaggio normativo, che auspichiamo possa essere orientato, non solo verso la decarbonizzazione – dichiarano Benaglia e D’Alò –, ma verso l’indispensabile e urgente rilancio della produzione dell’attività dello stabilimento di Taranto. Per cui se – come letto – l’emendamento agevola la chiusura della procedura di infrazione pendente sullo stabilimento Ilva di Taranto (n. 2013/2177), consentendo di proseguire nell’attività di modernizzazione e di decarbonizzazione dell’impianto, in attuazione del Piano di risanamento ambientale e delle prescrizioni contenute nell’autorizzazione integrata ambientale, dobbiamo fare in modo che questa sia anche l’occasione buona, affinché il Governo acceleri le scelte che permettano di cambiare la gestione e di riprendere un’attività produttiva, che oggi è totalmente carente e tenuta sotto scacco, a partire anche delle nostre esigenze sull’occupazione”.
Intanto, è un’altra estete rovente per l’ex Ilva di Taranto, con i lavorati ancora una volta costretti a dover fare i conti con uno stipendio falcidiato dalla cassa integrazione. “Una situazione che ci trasciniamo dietro, ormai, da diversi anni. I provvedimenti di rilancio del siderurgico di Taranto, annunciati, vengono lasciati a se stessi e non vengono messi in campo. Come Fim Cisl non facciamo passare il tempo, lasciando decadere le strutture e le attività, nonché la tutela dell’occupazione. Chiediamo, quindi ancora una volta al Governo – concludono Benaglia e D’Alò – impegni pressanti e concreti”.