Aumenta il gettito contributivo, crescono le entrate (+8.7% su 2021) e – in misura minore – le uscite (+4.3% sul 2021).
È questa l’indicazione che emerge dal Rendiconto generale 2022 dell’INPS nella lettura offerta dal Consiglio di Indirizzo e Vigilanza, che oggi ha approvato l’atto, nella seduta che per la prima volta ha visto anche la presenza della Commissaria Micaela Gelera.
Le entrate complessive dell’Istituto ammontano a 528 miliardi, con un incremento di 42 miliardi sull’anno precedente. Il gettito contributivo ha raggiunto quota 256 miliardi di euro, segnando un aumento dell’8,1%. In crescita anche i trasferimenti dalla fiscalità generale (+8.9% sul 2021, per un totale di 157 miliardi), soprattutto in conseguenza dell’introduzione dell’Assegno Unico e Universale per i figli, delle indennità una tantum (cd. bonus 200 e bonus 150) e degli sgravi contributivi.
In crescita anche le uscite (+20 miliardi), per un totale di 504 miliardi. Il saldo di competenza risulta, pertanto, di circa 24 miliardi di euro, con un incremento di 21 miliardi sul 2021.
La gestione economica registra un risultato di esercizio positivo pari a 7.1 miliardi di euro. Di conseguenza si consolida la situazione patrimoniale netta, che a fine esercizio ammonta a 23.2 miliardi di euro (nel 2021 era di circa 10,8 miliardi).
Permangono alti, e in crescita, i crediti contributivi dell’Istituto, pari a 123 miliardi, in parte rilevante da considerare inesigibili, stante la percentuale media di svalutazione dell’81,18%.
Per quanto concerne i macro-aggregati di spesa, quella per le pensioni ammonta a 283 miliardi, con un incremento del 3,83% sull’anno precedente, percentuale che incorpora la rivalutazione delle pensioni per effetto dell’inflazione. Sul 2021, inoltre, cresce di 1.6 miliardi anche la spesa per il sostegno al reddito – trattamenti di disoccupazione, integrazioni salariali e indennità di malattia – raggiungendo il valore di 26 miliardi, spesa sensibilmente inferiore rispetto ai picchi toccati nella pandemia (-7,5 miliardi di euro sul 2020).
Di segno negativo è invece la variazione della spesa per l’inclusione sociale, che passa dai 36.1 miliardi del 2021 ai 33.8 miliardi dell’anno successivo (-6,52%), a causa della contrazione dei redditi di cittadinanza e di emergenza. L’incremento percentualmente maggiore lo fa registrare, infine, la spesa per il sostegno alla famiglia, con un balzo del 79,6% (da circa 11 miliardi del 2021 agli oltre 21 miliardi del 2022).
“Il Rendiconto del 2022 conferma una sostanziale stabilità del bilancio INPS e alcune tendenze di fondo si evidenziano dai dati relativi agli ultimi anni” sottolinea Roberto Ghiselli, Presidente del CIV. “In particolare, continua a crescere l’incidenza della spesa per le prestazioni sociali, soprattutto quelle a favore delle famiglie. Contestualmente le entrate dell’Istituto vedono una sempre maggiore rilevanza dei trasferimenti dalla fiscalità generale. Tendenze che, se correlate alle trasformazioni demografiche, economiche, sociali e del mercato del lavoro del nostro Paese dovrebbero indurre ad una riflessione sulla prospettiva del nostro sistema di welfare, con l’obiettivo di conciliare la salvaguardia della coesione sociale con la sostenibilità del sistema previdenziale pubblico, anche attraverso una qualificazione della spesa e un riequilibrio nelle forme di finanziamento del sistema”.
Anche Pierangelo Albini, coordinatore della Commissione Economico Finanziaria costituita in seno al CIV, evidenzia come “il rendiconto si possa considerare positivamente se lo si guarda rispetto al Consuntivo 2021. In particolare, l’incremento del gettito contributivo è correlato al miglioramento del quadro economico nazionale, che ha visto lo scorso anno una crescita del Pil reale del 3,7% e dell’occupazione complessiva del 3,5%. Tuttavia, si evidenzia la necessità di guardare con maggiore attenzione agli equilibri di fondo dell’intero sistema di previdenza e assistenza che si riassume nel bilancio INPS, anche nella prospettiva di una riduzione del costo del lavoro e, soprattutto, della necessità di preservare nel tempo il nostro welfare pubblico”.