Nel primo trimestre 2023 sono state aperte 177.725 nuove partite IVA, con una flessione del 6,4% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. È quanto emerge dall’aggiornamento dei dati dell’Osservatorio sulle partite Iva pubblicato e reso noto in una nota dal Ministero dell’economia e delle finanze.
La distribuzione per natura giuridica mostra che il 75,1% delle nuove aperture è stata avviata da persone fisiche, il 19,1% da società di capitali, il 3% da società di persone.
Riguardo alla ripartizione territoriale, – spiega il Mef – il 48,9% delle nuove aperture è localizzata al Nord, il 21,1% al Centro e il 29,8% al Sud e Isole. Il confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente evidenzia maggiori flessioni in Basilicata (-24,7%) e Sardegna (-15,8%). Variazioni positive si registrano in Val d’Aosta (+15,2%) e in Friuli V.G. (+2,6%).
La classificazione per settore produttivo evidenzia che il maggior numero di avviamenti di partite Iva ha interessato le attività professionali con il 21,7% del totale, seguite dal commercio (16,2%) e dalle costruzioni (10%). Tra i settori produttivi principali quelli che, rispetto al primo trimestre del 2022, hanno fatto registrare i maggiori incrementi sono alloggio e ristorazione (+13,8%), trasporti e magazzinaggio (+9,4%) e altri servizi (+7,7%).
Per quanto riguarda le persone fisiche, la quota di nuove partite Iva aperte dalle donne ha raggiunto il 40,7%. Il 50,7% invece è stato avviato da giovani fino a 35 anni e il 30,2% da soggetti appartenenti alla fascia dai 36 ai 50 anni. Nel primo trimestre 2023 – conclude il Mef – sono stati 96.761 i soggetti che hanno aderito al regime fiscale forfetario, pari al 54,4% del totale delle nuove aperture.