“Assisteremo in maniera gratuita tutti coloro che si trovano a dover affrontare la malattia di un proprio figlio e non possono pagare i debiti con banche e finanziarie. Li seguiremo per la ripianificazione dei propri impegni finanziari rendendoli sostenibili economicamente. Parliamo di migliaia di casi in Italia dove il nucleo familiare è impegnato nell’assistenza h24 del proprio figlio, spesso lungo degente, presso strutture ospedaliere lontane da casa. Spesso costretti a lasciare la propria attività se lavoratori autonomi o partite Iva. A tutte le famiglie che vivono queste difficoltà vogliamo che arrivi il messaggio che ripartire è possibile e noi li aiuteremo a farlo”. Lo ha annunciato Francesco Cacciola, presidente dell’Osservatorio sul debito con banche e finanziarie, nel corso del webinar “Un italiano su dieci nella fascia di povertà, è emergenza bollette” promosso dall’Osservatorio e dal Centro studi sulla crisi economica delle famiglie italiane.
“Il tasso di povertà assoluta è aumentato in modo devastante – ha proseguito Cacciola – con oltre due milioni di famiglie che non arrivano a fine giornata, delle quali oltre il 44% vive al Sud e più del 30% ha bisogno di sussidi. Cinque milioni di persone non sono state in grado di pagare le bollette e altri tre milioni sono a rischio. Tutto ciò alla vigilia di una nuova stangata delle bollette energetiche che rischia di far rimanere tutte queste persone prigioniere dei loro debiti. Servono misure urgenti da parte del governo per ridurre i costi dell’energia, per favorire nuova occupazione, per fronteggiare il calo demografico per il quale nel 2035 il numero dei pensionati sarà superiore a occupati. Tra le priorità anche la modifica della legge sul sovraindebitamento che, in seguito alla costituzione degli Occ (organismi composizione della crisi), ha visto le procedure diventare troppo onerose e cavillose con il risultato che il 72% delle domande viene respinta. Non è così che si fronteggia la crisi”.
Di fronte all’emergenza sociale un ruolo fondamentale viene ricoperto dal volontariato laico e cattolico come ha sottolineato Padre Enzo Fortunato (già direttore della sala stampa e portavoce del Convento di Assisi): “Di fronte a questa crisi per ora si è mossa solo la rete dei corpi intermedi fatta di associazionismo e volontariato. Caritas, Comunità di Sant’Egidio e tante altre strutture si stanno facendo carico delle difficoltà dei cittadini. Ma da soli non si va molto lontano. Serve un’azione di governo che sia in grado di dare una nuova visione al Paese. Basta con leggi di bilancio che non impattano sulla vita reale dei bisognosi. Serve un welfare più concreto, a partire dall’aumento delle pensioni minime e dalla revisione del Reddito di cittadinanza che va assolutamente mantenuto seppur con i dovuti accorgimenti. Quando sento dire che vogliono abolire il reddito, significa non accorgersi del grido d’aiuto dei poveri. Interroghiamoci, infine, su questo modello di capitalismo che, come ha detto Papa Francesco, ci impone un modello di economia che uccide. Di fronte a questa situazione c’è un lato positivo. Cresce la voglia degli italiani di aiutare il prossimo. Lancio allora un’iniziativa: per queste feste educhiamo i nostri figli alla bellezza invitando a casa nostra i poveri. Facciamoli sentire meno esclusi, diamo un segnale forte che noi crediamo nell’umanità”.
La crisi attanaglia anche le imprese come, ha sottolineato Leonardo Nesa (consigliere nazionale dell’Unione giovani commercialisti): “Il rilancio economico del post Covid si sta fermando. Le politiche europee stanno spingendo sui tassi d’interesse per abbassare l’inflazione ma questo mette sempre più in difficoltà le imprese. L’accesso al credito è più difficile così come investire in strategia di crescita. La priorità, per ora, è quella di traghettarsi fuori dalla crisi mantenendo la fetta di mercato e salvaguardando i clienti. Chiediamo al governo di aumentare la dilazione dei pagamenti e la rateizzazione anche degli avvisi bonari per aiutare le imprese. Misure per i giovani come la detassazione e decontribuzione per nuove assunzioni degli under 35, la riduzione del costo del debito mediante la reintroduzione delle garanzie di Stato e l’incentivazione delle aggregazioni tra imprese per consentire alle stesse di migliorare le marginalità”.
L’impatto della crisi sulla comunità è stato analizzato da Claudio Roberti (associazione nazionale Sociologi della Campania): “Ci sono varie criticità di fronte alle quali non siamo riusciti a dare risposte già molto tempo prima della crisi pandemica. Penso alla denatalità, fenomeno iniziato vent’anni fa e mai preso seriamente in considerazione, alla crisi dei consumi oppure alla mancanza di risposte adeguate alle crisi ambientali. Parliamo di processi circolari che si autoalimentano e autorigenerano. Bisogna rompere questi circoli viziosi. Ci troviamo di fronte a una caduta galoppante generata da scelte ordo-liberiste e adesso siamo alla resa dei conti. Serve una diversa propensione culturale di istituzioni e politica che metta fine a un welfare italiano che soffre di troppe discrasie, vuoti, amnesie. Che argini la demolizione del Servizio Sanitario Nazionale, che affonderà definitivamente con la legge sull’autonomia. Che restituisca dignità alle persone con disabilità non autosufficienti”.
– Agenzia DiRE –