La dinamica dei flussi
Nel corso dei primi tre trimestri del 2022 i flussi nel mercato del lavoro (assunzioni, trasformazioni, cessazioni) hanno completato la ripresa dei livelli pre-pandemici (Tab. 1), compromessi nel biennio 2020-2021 dall’emergenza sanitaria con le connesse chiusure e restrizioni, evidenziando anzi incrementi rispetto al 2019 sia nelle assunzioni e che nelle trasformazioni come pure nelle cessazioni.
Il confronto con il 2021 mette in evidenza l’accelerazione nella riattivazione dei flussi a partire dalla fine del 2021.
Le assunzioni attivate dai datori di lavoro extra-agricoli nei primi nove mesi del 2022 sono state 6.227.000, con un aumento del +17% rispetto allo stesso periodo del 2021. La crescita ha interessato tutte le tipologie contrattuali, risultando accentuata sia per i contratti a tempo indeterminato (+28%), sia per le diverse tipologie di contratti a termine (intermittenti +25%, apprendistato +17%, tempo determinato +16%, stagionali +11%, somministrati +9%).
La dinamica delle assunzioni nell’insieme dei primi nove mesi del 2022 è stata particolarmente accentuata per le classi di dimensione aziendale oltre i 15 dipendenti: oltre il 24% da 16 a 99 dipendenti, attorno al 20% per la classe 100 e oltre dipendenti, mentre per le piccolissime imprese (fino a 15 dipendenti) l’incremento è stato circa l’11%.
Per quanto riguarda le tipologie orarie, l’incidenza del full time è leggermente cresciuta: nei primi 9 mesi del 2022 ha inciso per il 64% contro il 63% del 2021.
Le trasformazioni da tempo determinato nei primi tre trimestri del 2022 sono risultate 553.000, in fortissimo continuo aumento rispetto allo stesso periodo del 2021 (+61%). Nello stesso periodo le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo – pari a 87.000 – risultano essere aumentate dell’8% rispetto all’anno precedente.
Le cessazioni nei primi nove mesi del 2022 sono state 5.571.000, inaumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+23%) per tutte le tipologie contrattuali: contratti intermittenti (+39%), contratti a tempo determinato (+24%), contratti in apprendistato (+23%), contratti a tempo indeterminato (+21%), contratti stagionali e contratti in somministrazione (+20%).
Analizzando le cessazioni dei contratti a tempo indeterminato con riferimento alla causa di cessazione (Tab. 2) si evidenzia un forte aumento nei primi nove mesi del 2022, rispetto allo stesso periodo del 2021, dei licenziamenti di natura economica e disciplinari (rispettivamente +73% e +20%): occorre ricordare che fino al 30 giugno 2021 (per gran parte dell’industria) e fino al 31 ottobre 2021 (per il terziario e il resto dell’industria) i licenziamenti economici erano bloccati dalle normative introdotte nel 2020 a fronte dell’evento pandemico. Il più pertinente confronto con il 2019 per i licenziamenti economici rileva una contrazione: circa 81.000 licenziamenti in meno (-20%). In crescita invece risultano i licenziamenti disciplinari: circa 30.000 in più nei primi nove mesi del 2022, rispetto al corrispondente periodo del 2019.
Le dimissioni da rapporti di lavoro a tempo indeterminato registrano un incremento nel periodo gennaio-settembre 2022 pari al +17% rispetto al corrispondente periodo del 2021 e +27% rispetto ai corrispondenti nove mesi del 2019). Il livello raggiunto (oltre 935.000 nei primi nove mesi del 2022) sottende il completo recupero delle dimissioni mancate del 2020, quando tutto il mercato del lavoro era stato investito dalla riduzione della mobilità connessa alle conseguenze dell’emergenza sanitaria.
Le agevolazioni ai rapporti di lavoro
Nel corso dei primi nove mesi del 2022, rispetto al corrispondente periodo del 2021, le attivazioni di rapporti di lavoro incentivati – considerando quindi sia le assunzioni che le variazioni contrattuali – presentano una significativa variazione positiva, pari al +20%. L’esonero giovani, che nei primi 9 mesi del 2022 ha interessato 132.000 assunzioni, presenta la crescita percentuale più consistente. A partire dal mese di luglio sono peraltro drasticamente diminuite le assunzioni agevolate con le misure “Esonero giovani” e “Incentivo donne”: ciò è collegato alla fine (al 30 giugno 2022) dell’agevolazione contributiva totale, essendo rimasta attiva solo l’agevolazione parziale (50% dei contributi per un max di 36 mesi).
La consistenza dei rapporti di lavoro
Il saldo annualizzato,vale a dire la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi, identifica la variazione tendenziale su base annua delle posizioni di lavoro (differenza tra le posizioni di lavoro in essere alla fine del mese di settembre rispetto al valore analogo alla medesima data dell’anno precedente).
Da marzo 2021 il saldo annualizzato ha registrato il continuo recupero dei livelli occupazionali, in precedenza compressi dalla pandemia.
A settembre 2022 si registra un saldo positivo pari a 525.000 posizioni di lavoro. Per il tempo indeterminato la variazione positiva risulta pari a 301.000 unità mentre per l’insieme delle altre tipologie contrattuali la variazione complessiva è pari a 224.000 unità (+119.000 per i rapporti a termine, +52.000 per gli intermittenti).
Nella tab. 3 sono riportati i risultati con il dettaglio per area geografica con riferimento sia agli ultimi dodici mesi che al triennio (si considera cioè la variazione tra settembre 2022 e settembre 2019). Dall’esame dei dati esposti si evidenzia a settembre 2022 una crescita, rispetto a settembre 2019 (periodo pre-pandemia), delle posizioni di lavoro a tempo indeterminato pari a +657.000 unità; positivo risulta anche l’andamento delle altre tipologie contrattuali che registrano una variazione di 408.000 unità.