Le AIL SA. Le Aziende Industriali di Lugano sono il principale fornitore di energia in Ticino. Con 450 collaboratori forniscono elettricità a 115’000 clienti e gas a 10’000 clienti. Sono inoltre attive nella fornitura di calore tramite reti di teleriscaldamento, nella produzione di energia elettrica principalmente solare ed idroelettrica. Con la parziale apertura del mercato elettrico nel 2009, le AIL sono diventate un attore presente su tutto il territorio svizzero fornendo volumi di elettricità anche fuori dal territorio ticinese.
Carlo Cattaneo, vicedirettore AIL SA. Di formazione economista, dal 2005 entra subito nel mondo dell’energia collaborando con le Aziende industriali di Lugano al momento in cui il mercato dell’energia elettrica stava per aprirsi per i grandi clienti. Dopo questo primo assaggio con un ruolo più analitico, dal 2007 assume la posizione di consulente di vendita presso la Enerti SA, società a suo tempo specializzata sui grandi clienti. Successivamente, sempre nel ruolo di consulente di vendita entra a far parte della Swisspower AG di Zurigo con la quale ha consolidato le proprie competenze nel ramo energetico. E’ nel 2013 che Cattaneo rientra nelle fila delle AIL con il progetto di creare una struttura di approvvigionamento dell’energia sui mercati. Questo progetto trasformatosi in realtà, ha permesso alle AIL di aprirsi ai mercati europei di elettricità e gas, creando in questo modo le basi per un’alta competitività sul mercato svizzero. Dal 2017 entra nella direzione delle AIL come responsabile della produzione e del commercio. Dal 2018 risiede inoltre nel consiglio di amministrazione della Enerti SA.
Quella che stiamo vivendo è un’epoca di passaggio da un modello economico e sociale che si avvia al tramonto verso un nuovo paradigma, ancora tutto da decifrare e scoprire. Stiamo parlando, ad esempio, della transizione digitale e green ma, a livello settoriale, altre sfide ancora appaiono all’orizzonte. Con riferimento alla sua azienda ed al suo settore, quali sono le criticità principali che intravede in questo passaggio e quali, invece, le opportunità? Per quello che riguarda il tema green in questi ultimi mesi stiamo in realtà vivendo un ritorno al passato. Sono sotto gli occhi di tutti le problematiche con le quali l’Europa è confrontata nell’ambito dell’approvvigionamento dell’energia, dove in particolare stiamo vivendo un triste ritorno ad una strategia energetica di salvataggio basata su vettori estremamente inquinanti come gasolio e carbone proprio per poter sopperire ai mancati afflussi di gas oltre ai limitati volumi di acqua disponibili nei bacini idrici e la marcata riduzione di produzione nucleare in Francia. Tutto questo si traduce in un impatto ambientale probabilmente solo transitorio, ma che forse a bilancio finale paradossalmente potrebbe tradursi in un effetto positivo dato che penso tutti oggi abbiano capito l’importanza dell’indipendenza energetica e la necessità di investire in vettori rinnovabili come il fotovoltaico. Per quel che concerne invece lo sviluppo digitale nell’immediato questi sviluppi implicano un concetto di cambiamento che non sempre è facile da far digerire ai collaboratori, ma che poi una volta introdotte portano evidenti benefici. Rispettivamente nel medio-lungo termine il digitale porta e porterà ad una riconversione dei ruoli ed attività all’interno di un’azienda, di conseguenza alcune attività e posizioni lavorative andranno a ridursi a beneficio di nuovi ruoli probabilmente con profili più ricercati.
Il sistema delle imprese è uno dei principali perni del nostro modello di società: è la porta di accesso al lavoro, al reddito, alle tutele, alla creazione di ricchezza e così via. La sfida, adesso, è adeguare il sistema delle imprese al nuovo che avanza nei modi e nei tempi che si stanno delineando. Quali sono le principali linee guida per affrontare con successo questa missione? Con quali strategie, strumenti e linee guida intendete rispondere alle sfide identificate? La nostra realtà di Azienda distributrice sta vivendo un forte cambiamento nel suo ruolo e compito. Nei decenni passati un distributore di energia ha avuto il compito di acquistare l’energia e distribuirlo. Oggi un distributore se vuole avere un ruolo da protagonista nel futuro deve, oltre ad approvvigionare l’energia, anche gestirla. La catena di produzione dell’energia si sta infatti spostando da una pura produzione a monte dalle grandi centrali ad una produzione decentralizzata presso le singole case o le singole imprese, ad esempio attraverso il fotovoltaico o ancora la cogenerazione. Questo implica una gestione capillare di queste produzioni e qui nasce l’esigenza di nuove soluzioni e servizi. Tutto questo inoltre è orientato a basarsi su concetto di sostenibilità che magari con qualche ritardo, ma è destinato ad essere il motto del futuro.
Gli impatti sul mercato del lavoro sono altrettanto evidenti. C’è la necessità di adeguare le competenze e le conoscenze professionali di milioni di persone rispetto alle nuove richieste delle aziende ed ai trend in atto. Come possiamo gestire e preparare al meglio il nuovo mercato del lavoro in questo senso? Cosa pensa dello smart o, in via estensiva, del remote working? Il tema del remote working implica molti vantaggi e qualche svantaggio a dipendenza dell’attività. Sicuramente vi sono ruoli per la natura stessa dell’attività più affini a questo modo di lavorare, ve ne sono altri difficilmente compatibili con un lavoro a distanza. Ritengo che la formula magica per quelle posizioni che si prestano a questa modalità di lavoro risieda nel giusto compromesso e quindi nell’equilibrio all’interno della settimana tra giorni di lavoro in remoto e quelli in ufficio. Penso che sarebbe davvero un peccato sprecare l’esperienza positiva, forse una delle poche, che una pandemia ci ha spinto a fare, e quindi ritengo valga la pena trarre quello che ti buono ci ha lasciato e mantenerlo nel tempo con le dovute dosi.
Stiamo uscendo da due anni di pandemia, una fase della nostra storia mai vissuta in questi termini. Due anni molto difficili e duri che hanno messo in discussione anche la tenuta stessa di molte imprese e dell’occupazione. Oggi viviamo anche le conseguenze di una guerra in Europa. Cosa ci insegnano questi due attualissimi eventi epocali e quali conseguenze avranno sul futuro della nostra economia e del lavoro? Ritengo che ci debbano insegnare che quelle che oggi sembrano essere delle certezze, domani potrebbero non esserlo. Penso ai progetti di Business continuity management sviluppati negli anni passati su pandemia e possibili black-out o limitata fornitura di energia, seppur approcciati con serietà, venivano percepiti come molto lontani da noi, oggi li abbiamo vissuti e li stiamo vivendo. Penso quindi che per il futuro dobbiamo fare tesoro di questa esperienza e sviluppare ulteriormente un’accurata gestione del rischio aziendale anche su scenari che di primo acchito potrebbero sembrare poco verosimili.
Allarghiamo lo sguardo e proviamo ad immaginare i tre capisaldi su cui dovremmo secondo lei costruire il futuro della nostra economia e della nostra società. Quali sono i punti di forza della sua azienda, e quali quelli da “rinforzare” per poter fronteggiare da subito gli impatti che ne verranno?” La nostra Azienda si è sempre caratterizzata per la sua apertura allo sviluppo di soluzioni innovative, questo non è scontato in particolare per una realtà parastatale e di totale monopolio fino al 2009. Con l’apertura dei mercati ha saputo da subito assumere un ruolo da protagonista e continua a farlo. In questo senso sarà necessario puntare molto sulle proprie risorse, quindi lo sviluppo delle esistenti e la ricerca di personale di alto livello. Alla base di tutte le strategie, strutture organizzative o obiettivi vi sono persone e sono queste che fanno davvero la differenza.