In una situazione economica difficile come quella attuale, il welfare aziendale si conferma un alleato imprescindibile per famiglie e aziende, un ruolo riconosciuto anche dal Governo che all’interno del Decreto Aiuti Bis ha innalzato a 600 euro la soglia entro la quale i fringe benefit sono esenti da tassazione, per tutto il 2022. Gli effetti del provvedimento governativo si aggiungono a quelli generati dal Decreto Ucraina per quanto riguarda il riconoscimento di buoni benzina fino a 200 euro per dipendente. Entrambi gli interventi in tema di fringe benefit mettono a disposizione delle famiglie un contributo economico effettivo e concreto. Intervista a Fabrizio Ruggiero, AD Edenred Italia.
Il Decreto Aiuti Bis ha innalzato la soglia dei fringe benefit per tutto il 2022 a 600 euro. Si tratta della soglia più alta mai stabilita nel nostro Paese da quando è stata introdotta tale misura. E’ un segnale chiaro sul ruolo che può giocare uno strumento immediato di welfare aziendale, come i fringe benefit, soprattutto in un contesto di difficoltà economica. Qual è la vostra valutazione? Il welfare aziendale è oggi uno strumento fondamentale dal forte valore sociale che sostiene in modo concreto le famiglie ed è di supporto anche per l’economia. Uno strumento in costante evoluzione che cambia in base ai bisogni delle persone, questo è il suo più grande valore. L’ampio paniere di beni, servizi e prestazioni permette di rispondere a tutte le nuove esigenze e bisogni emersi nell’ultimo periodo dando una grande libertà di scelta e, di pari passo, migliora sensibilmente la conciliazione tra il lavoro e la vita privata, il benessere dei dipendenti e la produttività aziendale.
L’aumento della soglia da parte del Governo ha confermato l’importanza del welfare: in una situazione economica difficile come quella attuale, il welfare aziendale si è confermato alleato imprescindibile per famiglie e aziende, utile ed efficace per contrastare il carovita e aumentare il potere d’acquisto.
Visti i continui innalzamenti temporanei della soglia di esenzione dei fringe benefit negli ultimi due anni dai canonici 258,23 euro prima a 500 euro ed ora a 600, è arrivato il momento di portare a regime tale misura in modo da farla diventare una riforma strutturale? Ci auspichiamo che la misura diventi stabile, il welfare infatti non è appannaggio delle grandi imprese, ma evolve per essere su misura per ogni organizzazione, anche le piccole-medio imprese che costituiscono il tessuto produttivo del nostro paese.
Uno strumento che ha molteplici benefici, per persone, famiglie, aziende e territorio e che soprattutto in quest’ultimo periodo è stato in grado di essere un valido supporto per fronteggiare il carovita. Basti pensare che dal nostro Osservatorio Welfare è emerso come si sia consolidata la performance dei fringe benefit che nel 2021 hanno rappresentato la tasca di spesa più consistente con circa il 34% complessivo dei consumi di welfare soprattutto in buoni spesa e buoni carburante. Tendenza di crescita che si era già evidenziata nel 2020 e che attiene soprattutto all’intervento legislativo nei due anni di riferimento che ha raddoppiato, con una misura provvisoria e circoscritta dal punto di vista temporale, i limiti di spesa dei fringe benefit portandoli a 516,46 euro. Tale misura si è dimostrata una leva significativa di sostegno al reddito e ai consumi in un contesto di marcata difficoltà economica e riteniamo continui ad esserlo, dato l’aumento della soglia a 600 euro per il 2022. Per le fasce più giovani del campione è emerso in modo chiaro il maggiore interesse di spesa del proprio flexible benefit in beni fringe e servizi: entro i 30 anni, i soli fringe benefit cubano il 65% circa della spesa complessiva.
Il ruolo integrativo del welfare aziendale diventa ancora più evidente sia nella sua dimensione di rafforzamento del potere d’acquisto dei lavoratori, sia nella dimensione dell’organizzazione del lavoro (vedi work life balance e smart working), nei momenti di difficoltà. E’ arrivato il momento di fare il tagliando alla norma sul welfare integrativo favorendo ulteriormente un suo sviluppo? Era da tempo che tra gli addetti ai lavori si discuteva sulla necessità di incrementare l’importo del welfare aziendale detassato, senza mai giungere a un provvedimento legislativo. La normativa, le aziende e i lavoratori stanno cambiando mentalità e modo di approcciarsi al lavoro e l’attenzione al benessere organizzativo sta diventando un driver fondamentale per la svolta dei business di successo. Crediamo che il passo fondamentale sia proprio quello di diffondere la cultura del welfare aziendale per stimolare la sua evoluzione naturale e il suo sviluppo, anche a livello normativo.