Walo Bertschinger AG. Ancorata in Svizzera e attiva a livello internazionale, Walo Bertschinger è un’azienda innovativa attiva in tutti i mercati dell’industria delle costruzioni. Con decenni di esperienza e lo sviluppo costante di soluzioni sostenibili ed economiche, l’azienda a conduzione familiare si è affermata come partner affidabile nel settore delle costruzioni e dei progetti infrastrutturali in Svizzera e nel mondo. Leader nelle pavimentazioni stradali e nella realizzazione di pavimenti senza giunti, soddisfa e risponde ad una grande varietà di requisiti su base permanente che spazia dalle esigenze per soluzioni residenziali, a quelle per tipologie industriali, sanitarie, all’aperto o per impianti sportivi. Concentrata sulla combinazione di resistenza ed innovazione, Walo è sinonimo di qualità. Qualità che proprio grazie ai suoi dipendenti, dagli operai agli ingegneri, che contribuiscono in modo significativo al raggiungimento degli obiettivi aziendali, può garantire.
Lodovico Franzina. Direttore della Walo Bertschinger SA Ticino, il dr. Franzina all’interno dell’azienda funge da perno. Sotto la sua responsabilità, infatti, si concentrano moltissime mansioni che spaziano dalla gestione del personale a quella dell’azienda stessa a tutto tondo. Il Dr. Franzina opera a 360 gradi all’interno della Walo Bertschinger seguendo in maniera scrupolosa ed attenta sia i risultati ottenuti nonché stabilendo gli obiettivi da raggiungere. Il tutto, facendo sempre riferimento alla mission aziendale ovvero garantendo una collaborazione rispettosa e la percezione consapevole della responsabilità sociale affinché tutto ciò crei le basi per il successo ed uno sviluppo a lungo termine dell’azienda.
Quella che stiamo vivendo è un’epoca di passaggio da un modello economico e sociale che si avvia al tramonto verso un nuovo paradigma, ancora tutto da decifrare e scoprire. Stiamo parlando, ad esempio, della transizione digitale e green ma, a livello settoriale, altre sfide ancora appaiono all’orizzonte. Con riferimento alla sua azienda ed al suo settore, quali sono le criticità principali che intravede in questo passaggio e quali, invece, le opportunità? La transizione al digitale e green implica un cambiamento culturale ed organizzativo oltre che tecnologico. Per poter attuare il cambiamento bisogna applicare misure in grado di stimolare l’adozione di un approccio consapevole e proattivo alla transizione.
Per quanto riguarda il settore principale in cui opera l’azienda per cui lavoro, ovvero quello delle costruzioni, le criticità che ritengo più evidenti sono anzitutto la programmazione e l’elaborazione di piani formativi del personale che risultino efficaci, aderenti agli specifici fabbisogni dei dipendenti e dei nostri committenti. In secondo luogo va valutata la difficoltà ad inserirsi all’interno del processo di digitalizzazione delle piccole aziende con cui abbiamo rapporti di collaborazione, infine bisogna fare i conti con la riluttanza da parte del nostro personale più anziano ad adeguarsi ai nuovi metodi di lavoro necessari al cambiamento.
Sono convinto che la transizione verso un mondo digitale, sempre connesso e green abbia dei grossi vantaggi che sicuramente valgono più delle plausibili criticità iniziali. I benefici sicuramente sono riconducibili allo stile ed alla qualità della vita delle persone. Si arriverà a produrre di più, in meno tempo, influenzando meno il nostro ecosistema.
Il sistema delle imprese è uno dei principali perni del nostro modello di società: è la porta di accesso al lavoro, al reddito, alle tutele, alla creazione di ricchezza e così via. La sfida, adesso, è adeguare il sistema delle imprese al nuovo che avanza nei modi e nei tempi che si stanno delineando. Quali sono le principali linee guida per affrontare con successo questa missione? Con quali strategie, strumenti e linee guida intendete rispondere alle sfide identificate? La natura, dimensione e rapidità dei cambiamenti economici rappresentano grandi sfide strategiche per le imprese. Abbiamo il bisogno di attuare investimenti nel campo dello sviluppo sostenibile, che assicurino la coerenza fra gli obiettivi economici, ambientali e sociali. Fare impresa promuovendo lo sviluppo sostenibile è notevolmente più remunerativo quando il commercio e gli investimenti avvengono in mercati aperti, competitivi e adeguatamente regolamentati.
Gli impatti sul mercato del lavoro sono altrettanto evidenti. C’è la necessità di adeguare le competenze e le conoscenze professionali di milioni di persone rispetto alle nuove richieste delle aziende ed ai trend in atto. Come possiamo gestire e preparare al meglio il nuovo mercato del lavoro in questo senso? Cosa pensa dello smart o, in via estensiva, del remote working? Mi reputo ottimista in merito tema della trasformazione digitale. Ritengo possibile che la digitalizzazione porti nuove opportunità di lavoro e di business, di conseguenza una crescita occupazionale. È vero che il progresso tecnologico porta a far scomparire alcuni posti di lavoro ma altrettanti vengono creati e con condizioni lavorative migliori.
Il mercato del lavoro sicuramente va preparato tramite la formazione sin dai primi anni scolastici, fino all’ingresso nel mondo del lavoro ed anche durante. Per quanto riguarda lo smart o remote working, secondo l’esperienza vissuta in questi ultimi anni nei quali in alcuni periodi si è reso necessario, ritengo che possa essere vantaggioso sia per il lavoratore che per il datore di lavoro. Nel nostro settore non è sempre possibile praticare uno smart working totale. Un modo di lavorare ibrido, in remoto ed in presenza, credo che sia applicabile anche in futuro.
Stiamo uscendo da due anni di pandemia, una fase della nostra storia mai vissuta in questi termini. Due anni molto difficili e duri che hanno messo in discussione anche la tenuta stessa di molte imprese e dell’occupazione. Oggi viviamo anche le conseguenze di una guerra in Europa. Cosa ci insegnano questi due attualissimi eventi epocali e quali conseguenze avranno sul futuro della nostra economia e del lavoro? Abbiamo passato, stiamo vivendo e con molta probabilità vivremo anche nel prossimo futuro degli anni difficili. Il benessere che abbiamo raggiunto negli scorsi decenni ci ha portati a credere che nel nostro continente eravamo immuni da crisi economiche, pandemie e belligeranze interne. Purtroppo non è così. Mi viene difficile predire le conseguenze che si avranno in futuro, il mondo cambia tanto velocemente. Siamo probabilmente in fase di gestazione di un nuovo assetto geopolitico ed economico. Per poter predire il domani dobbiamo dare uno sguardo al passato.
Allarghiamo lo sguardo e proviamo ad immaginare i tre capisaldi su cui dovremmo secondo lei costruire il futuro della nostra economia e della nostra società. Quali sono i punti di forza della sua azienda, e quali quelli da “rinforzare” per poter fronteggiare da subito gli impatti che ne verranno?” Provando ad immaginare i capisaldi con cui dovremmo costruire il futuro della nostra società ritengo che si debba promuovere una crescita economica duratura, che sia inclusiva e sostenibile. È fondamentale che ci sia la piena occupazione ed in modo dignitoso per tutti. Per poter raggiungere gli obiettivi, è importante ampliare le infrastrutture esistenti migliorandole per garantire l’innovazione.
Pensando all’azienda per cui lavoro, ritengo che il suo principale punto di forza sia quello di essere una multinazionale ma con un cuore ed un’anima a livello familiare.