Nulla di fatto oggi al Parlamento Europeo di Strasburgo sulla proposta di riforma dell’Ets, (Emissions Trading System), il sistema di scambio di quote di emissione di gas serra, una delle misure principali del cosiddetto “Fit for55” , ovvero il pacchetto di misure della Commissione UE per attuare il Green deal e ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030. Ora la riforma tornerà in commissione Ambiente.
Una situazione incredibile che continua a lasciare nell’incertezza un settore industriale come quello dell’automotive perno dell’industria europea e nazionale (sia in termini occupazionali che tecnologici), alle prese da mesi con la grave crisi della fornitura dei semiconduttori che con questa nuova situazione di stallo rischia ulteriori rallentamenti.
Serve che la politica faccia chiarezza, non possiamo presentarci come Paese ad appuntamenti come quello di oggi dove si decide il futuro di un intero settore industriale in maniera disordinata e scomposta. Il Paese deve avere sul settore una politica industriale chiara
La Fim insieme al sindacato Europeo ha raccolto la sfida della sostenibilità ambientale ma questa deve essere accompagnata a quella sociale, non può avvenire a discapito dei lavoratori e delle tante imprese di componentistica che si trovano davanti ad un bivio senza sapere quale strada imboccare. Comprendiamo l’incertezza che il nuovo scenario geopolitico ha messo in campo questi mesi ma proprio per queste ragioni servono posizioni nette e chiare che tutelino il lavoro e l’ambiente.